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FINALE COPPA ITALIA Roma-Lazio probabili formazioni

Roma-Lazio probabili formazioni

Ci siamo. Domenica alle ore 18 il momento della verità. Per la prima volta nella storia a contendersi la Coppa Italia saranno le due squadre capitoline, Roma e Lazio. Cresce l’attesa per il calcio d’inizio dell’incontro, così denso di significati ed aspettative da costituire per le compagini l’appuntamento a cui é impossibile mancare, la gara da non sbagliare. Ultima chiamata per l’Europa per entrambe le squadre, le quali dopo il deludente esito del campionato disputato, hanno la possibilità di raggiungere l’obiettivo minimo, con annesso il gusto di infliggere all’avversario una sconfitta di storiche proporzioni e gargantuesche dimensioni. I giallorossi dopo due stagioni piuttosto sofferte, con un colpo di coda hanno chiuso il loro campionato davanti ai biancocelesti fatto che lascia buone sensazioni in vista della delicata e mai come stavolta prestigiosa sfida. Dare troppo peso alla classifica sarebbe però un grave errore perché la Lazio sebbene sia giunta un punto sotto alla Roma, ha vissuto una stagione per larghi tratti esaltante rispetto alla squadra giallorossa che si era presentata ai nastri di partenza con tutt’altre ambizioni e risorse. I cugini biancocelesti hanno pagato senza dubbio un’insufficienza sia numerica che qualitativa nei ricambi, giungendo alla parte finale della stagione con i migliori calciatori spremuti fino all’osso. Gli uomini di Petkovic a causa della frequente continuità di impiego, sono stati privati di quella brillantezza fisica e lucidità mentale in grado di permettere il perseguimento di obiettivi apparsi ad un certo punto, davvero ad un passo, rimanendo de facto con un pugno di mosche. L’approccio alla finale di Coppa Italia quindi é caratterizzato dalla pressione di dover coronare una buonossima annata, che rischia di chiudersi beffardamente in modo infruttuoso. La Roma dal canto suo pur avendo preceduto i cugini in classifica, ha attraversato una stagione di poche luci e tante, anzi tantissime ombre: dal cambio di allenatore, agli investimenti squilibrati che hanno portato ad avere abbondanza in attacco e penuria quantitativa e qualitativa in difesa. Traduzione: per il secondo anno consecutivo i giallorossi hanno concluso fuori dalla zona europea subendo anche rovinose cadute, Palermo, Chievo su tutti, debacle accompagnate dal pari interno con il Pescara, denotanti la condizione di discontinuità e scarsa tenuta mentale di una rosa apparsa spesso sopravvalutata, in grado di imporsi con le prime della classe per poi venir meno sul piano della determinazione e quindi del risultato contro squadre di bassa levatura. La finale di Coppa Italia si annuncia pertanto come cura palliativa ai malanni evidenziati stagionalmente e soprattutto viatico per l’accesso in Europa League, assurgendo più che ad un trofeo, ad unica via per salvare l’altrimenti deludente stagione. In caso di ennesimo fallimento, per i giallorossi il rovescio della medaglia sarebbe un definitivo scivolo nel baratro e nel caos di un ambiente esasperato dalle sofferenze biennali patite con l’avvento della gestione a stelle e strisce

ASSENZE – Entrambi gli allenatori hanno cercato di preservare la maggior parte dei calciatori a loro disposizione con un occhio di riguardo per quegli elementi a cui si sono affidati più frequentemente nel corso della stagione. In nome di questo pensiero nelle recenti uscite sono scese in campo formazioni piuttosto rimaneggiate.

Andreazzoli alle prese con qualche nodo da sciogliere, avrà a disposizione tutti gli uomini con l’unica defezione rappresentata dall’estremo difensore olandese Maarten Stekelenburg. Il portiere in odore di cessione al Fulham fatica a smaltire il problema alla coscia destra che lo tiene fuori dal campo da circa un mese. Un’assenza poco incisiva sulla definizione dell’assetto tattico che non sposta più di tanto gli equilibri considerato lo scarso stato di forma evidenziato nell’ultimo periodo. Inoltre nell’eventualità che la sfida finisca ai calci di rigore, la poca attitudine all’intercettazione dei tiri dagli undici metri di Stekelenburg rispetto invece a Lobont costituisce un altro motivo per cui l’assenza dell’olandese non é particolarmente sentita dall’ambiente.

Petkovic ha pochi dubbi potendo contare su quasi tutti gli effettivi a disposizione, tranne l’infortunato Saha, assenza ininfluente ai fini dello schieramento biancoceleste. In dubbio Alvaro Gonzalez a causa di una fascite plantare che non gli ha consentito di allenarsi in gruppo nel ritiro di Norcia svolgendo invece differenziato. Il Tata sarà comunque presente in panchina così come Stefano Mauri, il quale sta recuperando in extremis per poter essere almeno a disposizione anche se difficilmente verrà impiegato. Non sarà fra i titolari neanche Ederson limitato dal solito problema all’adduttore, pronto ad entrare se la situazione lo richiederà.

ROMA – Il mister giallorosso é orientato verso lo schieramento 4-2-3-1, vestito ideale per la delicata serata che attende i giallorossi. L’obiettivo neanche a dirlo non é fare spettacolo ma mettere fieno in cascina badando dapprima a non prenderle per poi cercare di offendere in qualche modo basandosi su alcune individualità di spicco:

Roma probabile formazione

In porta per la forzata assenza di Stekelenburg verrà impiegato Bogdan Lobont. Il quartetto difensivo sarà composto dalla coppia centrale Burdisso-Castan che avrà l’arduo compito di tener d’occhio Klose mentre sulla destra Andreazzoli sembra intenzionato a schierare Marquinhos. La scelta di dirottare il giovane brasiliano sulla destra si può spiegare con la necessità di mantenere un assetto coperto contenendo le folate del dirimpettaio Senad Lulic, attraverso un elemento in grado di fronteggiare il bosniaco sulla velocità. A sinistra certo del posto Balzaretti il quale, seppur non abbia disputato una brillante stagione, dispone del tasso di esperienza idoneo all’inibizione di Candreva, non disdegnando appoggio alla manovra. Il centrocampo sarà invece formato da due incontristi in mezzo, ovvero Daniele De Rossi e Micheal Bradley con il sacrificio di un elemento di costruzione come Miralem Pjanic. L’americano, per rendimento, si attesta essere il miglior centrocampista a disposizione del tecnico toscano, dotato di generosità nella corsa, portatore d’acqua e frangiflutti in mezzo al campo. A De Rossi il compito di aiutare la squadra anche in fase di impostazione sebbene l’impiego dei due mediani denoti la volontà di non prestare il fianco ai temuti inserimenti dei centrocampisti avversari puntando sulla muscolarità. Il tridente di trequartisti si avvarrà invece di Marquinho a sinistra, versatile elemento, abile in ambo le fasi, prezioso contribuente tattico alla fase difensiva e variabile in più per quella offensiva, grazie alla propensione all’inserimento ed al buon tiro dalla distanza. Trequartista centrale e regista avanzato della manovra, l’immarcescibile Francesco Totti, pilastro della squadra capitolina da oltre 20 anni, mai come in questa stagione, ago della bilancia delle sorti giallorosse. A lui il compito di inventare calcio e prendere per mano – una volta di più semmai ce ne fosse bisogno – la squadra puntando a diventare il calciatore con più reti realizzate nelle stracittadine. Nel suo compito, il capitano romanista sarà coadiuvato dall’estro del discontinuo Erik Lamela posizionato come di consueto sulla fascia destra per esprimere al meglio le sue doti. “El Coco” annovera mezzi tecnici interessanti ma ha un rendimento piuttosto intermittente, se in giornata é uno di quelli in grado di fare la differenza con il suo sinistro che può essere fonte di pericolo anche dalla distanza.Il dubbio più grande da sciogliere per Andreazzoli é relativo alla scelta del centravanti. Il mister giallorosso nella gara contro il Napoli ha schierato Mattia Destro, una soluzione che si potrebbe spiegare con la necessità di far riposare Osvaldo, oppure con la volontà di rodare la giovane punta marchigiana per l’appuntamento più importante della stagione. L’impressione é che in una sfida così importante, l’allenatore si affiderà all’esperienza di Osvaldo dando luogo ad una staffetta con il numero 22 giallorosso pronto a subentrare a gara in corso forte di 5 reti siglate nella competizione.

LAZIO – Petkovic é solito disporre la squadra con il 4-1-4-1 modulo che sembra calzare a pennello con le caratteristiche degli elementi a disposizione. Il gioco del tecnico balcanico si fonda su un’organizzazione difensiva molto solida, interpretata diligentemente dai calciatori, pronti a ripiegare negli ultimi 40 metri formando due linee compatte al fine di comprimere gli spazi agli avversari. In fase di non possesso sono ben 10 i calciatori dietro la linea della palla con il solo Klose in avanti, per permettere alla squadra di risalire velocemente una volta recuperata la sfera. Il contropiede é un arma letale a disposizione dei biancocelesti, l’esecuzione del quale é favorita dall’abilità della punta tedesca nel dettare il passaggio, oltre che dalla vena realizzativa dello stesso, sempre incisivo in area di rigore. A svolgere un ruolo primario nell’economia delle trame offensive biancocelesti, sono proprio i movimenti di Klose, in grado di non dare punti di riferimento agli avversari, ma soprattutto di aprire preziosi varchi ai centrocampisti, votati all’incursione, come Mauri eCandreva,adattati alla perfezione sugli esterni per dare qualità e creare superiorità numerica. A questi si aggiungono Ederson ed Hernanes bravi ad inserirsi dalle vie centrali o a concludere dalla distanza. Fra le due fasi svolge un prezioso ruolo di collante il dinamico Gonzalez o in alternativa la rivelazione Onazi. Motore del gioco biancoceleste é senza dubbio Ledesma, reinventato nel ruolo di playmaker davanti alla difesa, con il compito verticalizzare prontamente la manovra, avviando le ripartenze laziali. Attraverso i suoi piedi principiano gran parte delle azioni della squadra di Petkovic. Quando l’italo-argentino é in possesso di palla, ai terzini é affidato il compito di accompagnare l’azione, offrendo soluzioni alternative allo sviluppo di una manovra, la cui maggiore peculiarità per risultare efficace é la velocità d’esecuzione. Un gioco semplice ma molto redditizio, sapientemente eseguito dagli elementi del tecnico balcanico il quale pur prediligendo un tipo di calcio offensivo ha trovato – in un sistema di gioco atipico, composto da calciatori con caratteristiche inconsuete – la quadratura del cerchio ed un proficuo equilibrio.

Lazio probabile formazione

In porta la certezza é Federico Marchetti, portiere esperto in costante crescita di rendimento in grado di sfoderare interventi determinanti. La linea difensiva sarà formata da Biava con il secondo centrale che verrà scelto tra Lorik Cana, apparso piuttosto in forma nel ritiro di Norcia, ed Andrè Dias. L’impressione è che la scelta possa ricadere sul brasiliano per una questione di automatismi, in quanto il brasiliano forma da tre anni assieme a Biava una cerniera difensiva molto affidabile. I due terzini saranno Radu sulla sinistra ed il diligente Konko sulla destra. Per quanto concerne la linea mediana davanti alla difesa verrà schierato Ledesma in qualità di regista arretrato, a causa dei problemi fisici di Alvaro Gonzalez il tecnico serbo lancerà Onazi, calciatore dotato di buona resistenza, con funzione di dare consitenza alla fase difensiva mentre Hernanes, avrà licenza di inventare e soprattutto concludere dalla distanza. Probabile l’innesto nella ripresa del brasiliano Ederson, capace di garantire il cambio di passo, fornendo una variabile in più alla fase offensiva biancoceleste. Sulle fasce con Mauri che prova il recupero in extremis per essere presente almeno in panchina, a sinistra sarà impiegato Senad Lulic, duttile elemento a cui è affidata la proiezione negli spazi non mancando di partecipare alla fase difensiva. Sulla destra un esterno atipico come Candreva, componente preziosa nello sviluppo del gioco laziale, per qualità, corsa e tempismo nelle incursioni. Il calciatore ha dalla sua doti balistiche interessanti e si presenta all’impegno in una condizione fisica accresciuta. In avanti Miroslav Klose, una punta completa che fa reparto da sola. Per il tedesco parlano i numeri, oltre alle immense qualità: efficace nel gioco aereo, mobile su tutto il fronte d’attacco, ed affidabile terminale della manovra offensiva. Il numero 11 biancoceleste é a tutti gli effetti il pericolo principale per la difesa giallorossa, anche per la bravura nel saper aprire spazi agli inserimenti dei numerosi centrocampisti,in virtù dei movimenti effettuati o in profondità oppure incontro al portatore di palla, fase nella quale favorisce l’incursione degli esterni d’attacco.

A cura di Danilo Sancamillo

Twitter: @DSancamillo

Roma (4-2-3-1):1 Lobont, 3 Marquinhos, 29 Burdisso, 5 Castan, 42 Balzaretti; 4 Bradley, 16 De Rossi; 8 Lamela, 10 Totti, 7 Marquinho; 9 Osvaldo . A disp.: 12 Goicoechea, Svedkauskas, 23 Piris, 46 Romagnoli, 27 Dodò, 20 Perrotta,11 Taddei, 15 Pjanic, 48 Florenzi, 22 Destro, 17 N.Lopez. All. Andreazzoli.

Lazio (4-5-1): 22 Marchetti, 29 Konko, 3 Dias, 20 Biava, 26 Radu; 87 Candreva, 23 Onazi, 24 Ledesma, 8 Hernanes, 19 Lulic; 11 Klose. A disp. 1 Bizzarri, 27 Cana, 2 Ciani, 33 Stankevicius, 17 Pereirinha, 7 Ederson, 6 Mauri, 15 Gonzalez, 18 Kozak, 99 Floccari. All. Petkovic

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