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CORRIERE DELLA SERA Tensioni sul derby, Roma blindata “Giocatori minacciati al cellulare”

Stadio Olimpico

(R. Frignani) – «Se non perdete morirete». È stato il presidente della Lazio Claudio Lotito a rivelare ieri le minacce ricevute per sms da tre-quattro giocatori biancocelesti alla vigilia della finale- derby di Coppa Italia di oggi pomeriggio allo stadio Olimpico. L’ultima nube su una partita già considerata ad alto rischio — non solo per la rivalità, che spesso rasenta l’odio e il disprezzo, fra le due tifoserie, e per la posta in palio, ma anche per la concomitanza con la prima giornata di voto per le elezioni per il Campidoglio e la visita di papa Francesco in una parrocchia a Prima Porta. Gli avvertimenti espliciti sono giunti sui telefonini riservati dei giocatori nella giornata di venerdì scorso e ieri mattina, in conferenza stampa, il responsabile della comunicazione della Lazio, Stefano De Martino, ha rivelato la storia delle minacce, poi confermata dal presidente Lotito. Per il momento manca la denuncia ufficiale anche se i vertici biancocelesti hanno spiegato di aver comunicato la notizia degli sms «alle autorità competenti».

«La formalizzazione avverrà dopo la partita—ha concluso Lotito —. Sono degli scriteriati, i tifosi veri diano vita a una festa di sport». Una decisione che tuttavia ha lasciato perplessi — e anche stizziti — gli stessi investigatori che da settimane lavorano per calmare gli animi e che avrebbero preferito una gestione più riservata della vicenda proprio per non surriscaldare gli animi ancora di più. Fra minacce di squalifica dello stadio e match a porte chiuse in caso di cori razzisti (come previsto dalle nuove sanzioni Uefa), pericolo di scontri prima, durante e soprattutto dopo la finale (quando sarà buio) e adesso anche con le presunte minacce per costringere i laziali a perdere, il derby (calcio d’inizio alle 18, dopo una lunga trattativa con la Lega calcio che lo voleva alle 21) è già sul filo del rasoio, nonostante gli appelli alla calma, e le squadre ospiti del Pontefice e del Capo dello Stato. L’allerta è massima, più che nelle stracittadine precedenti, finite anche quelle quasi sempre con tafferugli e accoltellati.

L’ultimo l’8 aprile scorso con guerriglia a ponte Milvio e sul lungotevere. E adesso, tanto per capire il clima che si respira, a Trigoria sono comparse scritte del tipo «O Coppa omorto ». Si temono infiltrati negli ambienti più violenti, non soltanto romani ma anche provenienti da altre tifoserie e forse anche dall’estero. Inoltre c’è il timore di contatti dentro l’Olimpico dopo la liberalizzazione della vendita dei biglietti in alcuni settori dello stadio. Per il prefetto Giuseppe Pecoraro l’ultimo gesto di fiducia nei confronti dei tifosi. «Se ci saranno incidenti si possono anche scordare i derby: l’anno prossimo saranno tutti a porte chiuse», ha avvertito il prefetto. Ma fra gli scenari presi in considerazione c’è anche quello di possibili coalizioni fra teppisti che potrebbero provocare le forze dell’ordine fuori dallo stadio. Da settimane il questore Fulvio Della Rocca sta mettendo a punto il piano di sicurezza che prevede oltre 2mila agenti impegnati in strada (oltre a carabinieri, finanzieri e vigili urbani), quasi tutti forniti dal Viminale, insieme a un’aliquota della Questura.

Da vigilare non c’è solo l’area del Foro Italico, ma anche i quartieri dove ci saranno i festeggiamenti — Testaccio e Trastevere per i romanisti, Prati e Vescovio per i laziali — e le piazze «miste» (piazza Venezia, piazza del Popolo, piazza Navona, Circo Massimo), i luoghi dove saranno montati i maxischermi (Eur, Collatino, Tor di Quinto), le aree di parcheggio intorno all’Olimpico. Un settore pedonalizzato fin da questa mattina (rimossi cassonetti, auto e moto), interessato da continue bonifiche delle forze dell’ordine. Con uno sguardo particolare alle decine di scuole trasformate in seggi elettorali a due passi dalla finale di Coppa Italia

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