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CORRIERE DELLA SERA Adesso basta

San Siro

(F.Monti) – Basta così. Lo dicono in tanti, dopo quello che è accaduto domenica a San Siro, quando Milan-Roma è stata sospesa per cori razzisti per 1’37’’. Per questo il giudice sportivo, Tosel, ha condannato la Roma a pagare 50 mila euro di multa «per avere suoi sostenitori durante la gara indirizzato continuativamente a tre calciatori della squadra avversaria cori e grida espressivi di discriminazione razziale». Non solo Balotelli, ma anche Boateng e Muntari. Tosel ha riconosciuto che i dirigenti della Roma hanno «concretamente operato con le forze dell’ordine a fini preventivi e di vigilanza». La società giallorossa ha emesso in serata un comunicato molto duro, per condannare «ogni forma di abuso razziale. Questo tipo di comportamento da parte di qualsiasi tifoso, inclusi i nostri, è totalmente inaccettabile. Siamo impegnati ad affrontare con determinazione la questione, con l’obiettivo di eliminare questo problema dallo sport e di promuovere il rispetto verso tutti».

Perché razzismo e violenza sono intollerabili in assoluto, ma lo sono soprattutto per un club con proprietà americana, che ha una concezione dello sport lontana anni luce da tutto quanto si è visto e sentito a S. Siro. Forse l’episodio di domenica sera rappresenterà lo spartiacque in questa battaglia, che il calcio ha deciso di combattere, come ha sottolineato il vicepresidente del Milan, Galliani: «Basta con queste storie del buu. È una vergogna che deve finire e la strada è quella che è stata indicata domenica». Si è mossa la politica, con le parole severe del ministro dello Sport, Josefa Idem, che ha fatto specifico riferimento ai buu a Balotelli: «Gli insulti razzisti di domenica sono inaccettabili e colpiscono un giocatore che si è pubblicamente schierato contro il razzismo e che, per questo, ringrazio, invitando altri giocatori a condannare gesti simili. Ancora una volta uno stadio italiano è al centro delle cronache non per un evento sportivo, ma purtroppo per episodi vergognosi di cui sedicenti tifosi si sono resi protagonisti. È importante che la Figc lavori per l’attivazione del tavolo istituzionale creato con l’Unar a febbraio su Calcio e razzismo. Tutti dobbiamo sentirci coinvolti in questa battaglia e voglio rassicurare i tanti tifosi che farò tutto quanto nelle mie possibilità per far sì che lo sport torni ad essere uno strumento di educazione alla convivenza, al rispetto reciproco, alla salute e a un sano e corretto stile di vita».

Ma si stanno muovendo anche Fifa e Uefa. Ieri mattina, il presidente Blatter ha scritto in un tweet: «Sono sconvolto nel leggere degli insulti razzisti in serie A. Affrontare la questione è complesso, masiamo impegnati ad agire, non solo parole». Ma a muoversi per prima saranno Platini e l’Uefa, come ha spiegato il presidente della Figc, Abete: «L’Esecutivo del 24 maggio avrà cometema principale il razzismo e quanto verrà deciso sarà fatto proprio dalla Federazione. Le multe diventano una modalità che non risolve il problema, perché a certi personaggi non interessa nulla che le società prendano multe di 10-20 mila euro; anzi, questo determina quasi una centralità del loro ruolo nei confronti dei club; in più la multa non determina una sanzione penalizzante. Bisogna impedire a determinate persone di accedere allo stadio. Poi, attraverso il biglietto nominativo, dobbiamo impedire che questi personaggi vadano a occupare altri settori dello stadio. È venuto il momento di superare la dimensione delle multe per passare alla chiusura di settori dello stadio, dove esistano episodi di razzismo. È un segnale forte che vogliamo dare, a cui l’Uefa è decisa a far seguire la chiusura dell’intero stadio». Blatter, invece, ha un’idea diversa (ma non è una novità); il comitato strategico sta studiando l’idea di arrivare a una penalizzazione del club, con la sottrazione di punti in classifica e sanzioni finanziarie ancora più pesanti. Ma non vuole partite a porte chiuse.

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