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AS ROMA Marquinhos: l’Europa League e il rinnovo

Marquinhos

E’ uno dei dubbi di Andreazzoli per la partita di stasera contro il Chievo: “Flash” Marquinhos, soprannominato così dal fratello per la sua velocità, stasera potrebbe accomodarsi in panchina in vista della partita di domenica sera contro il Milan o far tirare il fiato a uno tra Burdisso e Castan dopo averli affiancati negli ultimi venti minuti contro la Fiorentina sabato sera. Titolare o meno stasera, indubbiamente Marquinhos sarà il punto fermo della difesa della Roma del futuro: diciannove anni tra pochi giorni per lui, diciotto per l’altro talento tutto giallorosso Romagnoli. Difficile che stasera però Andreazzoli dia spazio ad entrambi in una partita assolutamente da vincere nella volata all’Europa League, visti anche gli ultimi due impegni di campionato contro i rossoneri di Allegri e il Napoli di Mazzarri.

Marquinhos potrebbe anche andare a comporre la linea a tre con Burdisso e Castan, per una Roma più offensiva:  sia nella difesa a tre in cui diventa l’uomo da cui le punte cercano di tenersi alla larga sia in quella a quattro dove va a chiudere sulle verticalizzazioni che prendono di controbalzo i compagni di reparto, Marquinhos dà equilibri e certezze a tutti.
La sua cessione è stata definita dai tifosi del Corinthians il peggior affare nella storia del club. Così oggi la Roma è meno amata del solito a San Paolo, dove si lamentano: stanno facendo i belli con i nostri campioni. In effetti Sabatini ha smontato la difesa del Corinthians portandosi via Marquinhos, Castan e Dodò. Ma almeno l’adolescente si considera a casa, scivola lungo tubi di gomma nei luna park divorando zucchero filato al fianco dei suoi amici e conterranei, dice di vivere «nella città più bella del mondo» e di non aver sbagliato «a scegliere la Roma, di sicuro» . Scivola, si diverte e mette le foto su Instagram, il social network dedicato alle immagini commentate. E’ arrivato a Roma e la prima cosa che gli è apparsa è stato un colpo sotto di Totti. Lì ha capito che il calcio italiano non era poi quella giungla che gli avevano descritto. Che si poteva giocare a pallone. Con Zeman, con Andreazzoli, purché ci fosse Totti. «E’ un fenomeno. Fa cose inimmaginabili in allenamento. E poi le fa anche in partita» Ha sentito l’odore dei soldi del Barcellona e non è cambiato. Forse solo un po’ turbato. «Poi mi guardo intorno e penso: qui sono troppo felice» .
Fonte: Corriere dello Sport
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