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5-5-5 L’ANALISI TATTICA La presunzione di Andreazzoli condanna la Roma

5-5-5 L’Analisi tattica

La Roma doveva vincere per salvare la faccia, per sperare ancora 90 minuti in un’ingiusta – per l’andamento stagionale – qualificazione alle competizioni europee, il Milan doveva vincere per conquistare la qualificazione alla Champions – insperata ad inizio anno -. Così la gara si chiude con il più classico dei pareggi: 0-0 privo di emozioni. Pareggio che lascia sperare la squadra di Allegri, che lo conquista in inferiorità numerica, che condanna definitivamente Andreazzoli, ormai schiavo della propria presunzione.

Ancora una volta il tattico di Spalletti cambia schema ed interpreti, fatto che sta creando grande confusione tra i calciatori a sua disposizione. Manca una certezza, uno schema di riferimento; mancano punti fermi all’interno del rettangolo di gioco. L’unico è Francesco Totti, costretto a giocare troppo lontano dalla porta ancora una volta, e mal accompagnato da un Osvaldo tornato ‘sulla terra’ dopo le 4 reti in 2 partite.

E’ la presunzione di Andreazzoli a condannare la Roma: finché il tecnico ha gestito lo spogliatoio con l’umiltà giusta, che traspariva già dalle sue apparizioni in conferenza stampa, la squadra ha ottenuto ottimi risultati. Come il suo profilo ha cambiato direzione, prendendo, appunto, la via della presunzione, la sua squadra è tornata sui livelli zemaniani. 

Così esce fuori una gara brutta, in cui la Roma non ci regala grandi spunti tattici, soprattutto per quanto riguarda la fase offensiva, mentre in fase difensiva si registrano le uniche note positive della giornata, a partire dai passi avanti compiuti da Dodò, passando per l’ottima prestazione di Castan – che annienta Balotelli – e Marquinhos, impegnato come terzino destro. Tanti i duelli interessanti, e proprio quelli verranno analizzati di seguito.

CASTAN-BALOTELLI. La punta azzurra, reduce da 11 reti in 11 gare, cerca da subito di caricarsi sulle spalle il Milan, e cerca di innervosire con i suoi atteggiamenti i centrali giallorossi, nonché Dodò, al quale dà anche una manata. Castan non cade nel tranello dell’avversario, anzi, finisce con l’innervosirlo. Alla fine Balotelli tira in porta 5 volte, sempre su calcio piazzato, si fa ammonire per fallo sul brasiliano e si fa riconoscere per i soliti comportamenti sopra le righe.

MARCOS-EL SHAARAWY. Da centrale a terzino, con ottimi risultati. Il ‘Faraone’ sta vivendo una fase calante sicuramente, ma Marquinhos lo blocca continuamente. Il brasiliano classe ’94, nonostante non sia la sua migliore caratteristica, spinge spesso e volentieri, costringendo l’azzurro a continui ripiegamenti difensivi. Gara opaca alla fine quella del milanista, che comunque si rivela prezioso per Allegri soprattutto in inferiorità numerica, quando si abbassa sulla linea dei centrocampisti ed aiuta Constant.

LAMELA-CONSTANT. Ancora una volta l’argentino delude nel momento in cui tutti aspettano il suo salto di qualità, e contro un avversario mediocre come il terzino mancino milanista. Gioca a destra, ma non gioca mai la palla con il piede destro. Prevedibile, superato in velocità costantemente, perde ogni contrasto fisico, rallenta le azioni di contropiede, e non si muove mai senza palla. Passi indietro importanti per il numero 8.

OSVALDO-MEXES. Osvaldo è tornato alla normalità: due gare ad altissimi livelli e due gare senza incidere. Il francese ex Roma, senza alcuna difficoltà, sovrasta l’italo-argentino. Basti pensare al dato dei palloni recuperati da Mexes, ben 17, mentre il numero 9 arriva al tiro solo una volta in 90 minuti.

A cura di Luca Fatiga

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