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5-5-5 L’ANALISI TATTICA E’ sempre lo stesso film

5-5-5 L’Analisi tattica

Doveva essere una festa con i vincitori del secondo scudetto, la conferma dopo la vittoria di Firenze, tre punti fondamentali verso l’Europa League che tanto serve a questa società e tanto manca a questa piazza.
Doveva, ma non è stato. Le colpe, ancora una volta, sono di tutti, a partire da una società capace di sbagliare innumerevoli investimenti, come anche ieri hanno dimostrato le prestazioni di Piris e Dodô, senza tralasciare Pjanic.

ANDREAZZOLI. Nel prepartita Baldini aveva aperto le porte ad un conferma di Andreazzoli, il toscano se le è chiuse subito da solo con le sue scelte scriteriate. Incomprensibile la necessità di turn over quando non si sono disputate nemmeno 50 partite nell’arco di una stagione. Incomprensibile la scelta di cambiare ancora una volta modulo, dopo che si era trovata una continuità nel gioco. Incomprensibile la scelta degli interpreti.

IL MODULO. Si torna alla difesa a ‘tre’, dopo che tante soddisfazioni erano state regalate dal ritorno al modulo spallettiano. Tre centrali più due terzini, di cui uno di spiccate doti difensive: totale 5 difensori. Troppi per affrontare una squadra che, in emergenza, è costretta a sua volta a schierarne 5. Invece di allargare il gioco con due esterni forti sull’uno contro uno si complica la vita intasando il centro con Pjanic, De Rossi e Totti, e l’area di rigore con Destro ed Osvaldo. Soprattutto non si capisce l’affermazione di Andrezzoli che sostiene la capacità di Destro di allontanare uomini dall’area di rigore: a noi sembra il contrario.

GLI ESTERNI. La prima domanda, che sorge spontanea, è: ma due ragazzi italiani, provenienti dalla primavera magari, non potrebbero far meglio di Dodo e Piris? A nostro avviso si, e la plusvalenza sarebbe stata evidente.
Invece questi due ragazzetti sudamericani sono stati scelti direttamente da Sabatini, le cui doti di talent scout vengono immediatamente rimesse in discussione. Piris non ha rapidità, non è in grado di supportare la manovra offensiva, tecnicamente non sembra all’altezza della nostra massima serie. Dodo è un mistero: doveva essere il nuovo Roberto Carlos, ma già dai capelli capiamo che il paragone è assai azzardato. Non arriva mai al cross, non tira in porta, non serve Osvaldo quando potrebbe. Si supera in occasione del vantaggio del Chievo, quando, invece di coprire in diagonale aiutando Castan, si ferma a guardare fuori dall’area di rigore.

LA REGIA. Pjanic si dice regista, le sue doti ce le ha mostrate in un paio di partite in quel ruolo. Un giocatore dovrebbe giocare dove può render meglio, nn dove ama giocare. Il bosniaco non è un regista, ci pare evidente. Dopo aver visto Pizarro sabato aumentano i rimpianti. Che Pjanic sia uno dei tanti investimenti sbagliati?

A cura di Luca Fatiga

Twitter: @LucaFatiga9

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