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IL TEMPO Scontro finale sul derby

Curva Sud Roma

(L. Salomone) – Il giorno del giudizio, a un mese esatto dalla sfida. Il derby di Coppa Italia dovrebbe avere finalmente una data e un orario ufficiale, con il pericolo latente che saltino gli accordi e si pensi davvero alla soluzione, per ora solo minacciata, di spostarlo all’estero.

Dopo tante parole, un piano presentato dalla Lega di serie A e dai due club, bocciato quasi in toto dalla Questura, oggi il Prefetto dovrà esprimersi. Nonostante la pressione della Rai, i soldi che andranno persi per l’incasso televisivo previsto per una serale, la gara sarà confermata per il 26 maggio, con fischio d’inizio anticipato al pomeriggio per motivi di ordine pubblico, probabilmente alle ore 17. Nessuno spostamento della data come richiesto a gran voce dal sindaco Alemanno per evitare la pericolosa concomitanza con le elezioni comunali: sarebbe stata una sconfitta troppo grande per la città dopo che Milano ha ospitato a febbraio la sua stracittadina mentre i seggi erano aperti.

Totti e Mauri saranno quindi in campo domenica 26 maggio come previsto dal calendario stabilito la scorsa estate. Sull’orario anche la Lega di A si è arresa alle richieste del Prefetto Giuseppe Pecoraro che, dopo i gravi incidenti dello scorso 8 aprile, aveva annunciato l’impossibilità di far disputare i derby di sera. Difficile fare concessioni in tale senso, al massimo si potrebbe far iniziare la gara alle 18, ma la gestione dell’ordine pubblico con la luce è sicuramente più facile, anche se non tiene conto dei sicuri festeggiamenti di una delle due tifoserie che si potrarranno per tutta la notte e forse anche di più.

L’altro nodo vero che tiene banco è relativo ai biglietti e su questa situazione è nebbia fitta, anzi fittissima. L’incontro di mercoledì stato interlocutorio, la proposta dei due club è stata subito bocciata: non si vuole dividere lo stadio in due (lato Sud e lato Nord), con settori cuscinetto riservati alle famiglie in mezzo alla due tribune. Il progetto non è stato approvato anche se si è passati da una chiusura totale a un’analisi dettagliata che oggi vedrà la risposta definitiva della Prefettura, su indicazioni dettate punto per punto dalla Questura. Com è noto, l’Osservatorio e gli altri organi preposti alla sicurezza preferirebbero evitare esperimenti per quanto lodevoli, meglio andare sul sicuro e assegnare la curva Nord e la Tevere ai laziali, curva Sud e Monte Mario ai romanisti. Anche per evitare problemi all’ingresso e all’uscita delle due tifoserie (si teme soprattutto il deflusso), è stato studiato un cerimoniale ad hoc molto lungo per far restare all’interno dell’Olimpico i vincitori.

Difficile trovare un’intesa, per questo come extrema ratio la Lega valuta di far spostare l’evento all’estero, con tre soluzioni possibili: più semplice l’opzione Pechino, anche se sarebbe già stata scartata visto che l’ultima volta la Lega di A non è rimasta soddisfatta dell’organizzazione, altrettanto complesse le mete Brasile (a San Paolo, Rio de Janeiro o Recife) e Stati Uniti. Sono arrivate proposte ma per una questione di tempi è difficile organizzare il trasloco per tempo.

Si dovrebbe giocare all’Olimpico, insomma, ma con grosse difficoltà nel riempirlo se passerà la linea dettata dalla Questura. In Tevere ci sarebbero 16.000 biglietti, solo 12.000 in Monte Mario, quindi per una questione di parità si perderanno in partenza 4.000 posti, più altri 2.000 mila per creare il settore cuscinetto in Monte Mario lato Nord e ulteriori 2.000 in Tevere. A quel punto resterebbero solo 9-10 mila i tagliandi in vendita delle due tribune, peraltro a costi molto alti (oltre 130 euro): secondo gli esperti dei due club difficilmente sarebbero acquistati tutti visto che dovrebbero essere riservati a tifosi «fidelizzati», con criteri di vendita molto severi. L’immagine di Roma sarà quindi uno stadio con tante sedie vuote in tribuna. Per questo le due società sperano che passi la loro linea.
Oppure sarà presa in esame seriamente l’ipotesi estero, con un schiaffo se vogliano anche più forte, per una città incapace di godersi una finale di coppa Italia. La Capitale è ufficialmente ostaggio dei teppisti: o perderà la finale, o l’avrà con lo stadio mezzo deserto.

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