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DA MARCO AURELIO AL COLOSSEO I più e i meno della sfida contro il Palermo

Aurelio Andreazzoli

Nuova rubrica per GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.

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La qualità di gioco espressa dalle giocate di Miralem Pjanic. Con il suo ingresso in campo nel secondo tempo cambia la faccia della Roma che, nella disfatta palermitana, torna a casa a otto giorni dal derby con le ossa rotte, ma la certezza di aver recuperato uno dei più grandi talenti classe ’90 di tutto il panorama europeo. Vederlo toccare il pallone resta una delizia per gli occhi. Crescita continua.

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La crescita nella ripresa. Era anche comprensibile visto il calo fisiologico dei rosanero, provati da una prima frazione di gara estremamente dispendiosa, ma i giallorossi dimostrano che con un giusto approccio mentale poteva venir fuori tutta un’altra partita. Forse con il senno di poi l’avere anche una punta in più là davanti, in queste particolari sfide con squadre più deboli, sembra la scelta più consona.

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Marquinho. Il brasiliano non è stato autore di una partita da incorniciare, ma nonostante tutto è sembrato uno dei più propositivi, lottando su ogni pallone e provando a creare qualcosa sulla sinistra. Il fatto di giocare con discreta continuità gli ha consentito di ritrovare finalemente la condizione fisica ottimale, mai conquistata in precedenza durante l’esperienza romana. Può essere un valore aggiunto nel finale di stagione, specie per il reale obiettivo che resta la Coppa Italia.

Il fallo di reazione di Pablo Daniel Osvaldo. Il suo gesto conferma da solo quello che ci siamo già trovati a dire in altre occasioni. I tifosi romanisti aspettavano il suo rientro nel tabellino dei marcatori invece se lo ritrovano nuovamente su quello dei cattivi. Giallo inevitabile per una scalciata senza senso su Munoz e tanti saluti al derby.

L’assetto tattico della squadra sfilacciato e spaccato sin dalle prime battute del match. L’approccio mentale è stato completamente sbagliato, con la Roma troppo lenta e non in grado di adattarsi ai ritmi imposti dagli uomini di Sannino. In conferenza stampa Andreazzoli si era detto sicuro che i propri ragazzi non avrebbero sottovalutato l’impegno e invece la storia dei colori giallorossi ha avuto la meglio ancora una volta. Retaggi del passato.

Ivan Piris. Soffre terribilmente dalla sua parte e le segnature che mettono in cassaforte il risultato per i rosanero nascono entrambe sulla sua fascia di competenza. Vero che Lamela, chiamato a dare una mano al paraguaiano non lo supporta, ma i limiti del calciatore sudamericano si ripresentano a cadenza puntuale come le tasse. Fabrizio Miccoli fa di lui ciò che vuole saltandolo con grande facilità e sfornando assist a ripetizione. Un disastro. Discorso simile per quanto riguarda gli svarioni anche per Burdisso: ha sulla coscienza il secondo gol del Palermo firmato dal piccolo attaccante salentino lasciandosi anticipare sotto porta con circa un metro di vantaggio.

A cura di Rocky & Apollo

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