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5-5-5 L’ANALISI TATTICA Andreazzoli rispolvera il 4-2-3-1

5-5-5 L’Analisi tattica

La Roma torna a vincere dopo il pareggio di sette giorni fa conquistato contro il Pescara. Anche stavolta di fronte ai giallorossi si trova una squadra di bassa classifica, quale il Siena: ci si aspettava molto di più dagli uomini di Iachini, che stanno rincorrendo una difficile salvezza. I toscani hanno reso sicuramente più semplice la domenica romanista, non riuscendo mai ad impensierire la coppia Burdisso-Castan.

L’UNDICI INIZIALE. Ancora una volta il mister ci stupisce, schierando da subito la squadra secondo un 4-2-3-1, più vicino al primo Spalletti che all’evoluzione finale (quella che prevedeva Totti come ‘finto 9’). Davanti, infatti, gioca una punta vera, quale Osvaldo da cui ci si aspetta una reazione, con Totti trequartista, libero di cercare la migliore posizione. Esterni offensivi sono Lamela e Florenzi, mentre andando a ritroso troviamo Bradley e De Rossi in mediana. Scelta una linea a 4 esperta e solida in difesa, composta da Torosidis-Burdisso-Castan-Balzaretti; torna tra i pali Lobon, vista la defezione di Stekelenburg.

LA DIFESA. Iniziamo proprio dal portiere rumeno: Zeman lo apprezza per la sua bravura nel calciare il pallone. In realtà non ci sembra affatto più forte di Stek da questo punto di vista, ma è l’estremo difensore che meglio sa stare tra i pali. Infonde sicurezza ai compagni di reparto, comunicando continuamente.

Poco impegnata la coppa centrale, non va mai in affanno: si notano, comunque, i passi avanti compiuti da Burdisso, ci cui tutti ricordiamo la pessima prestazione di Palermo. Anche Torosidis e Balzaretti non soffrono particolarmente la spinta di Rubin e Angelo, e si concedono anche qualche sortita offensiva, senza mai spingere troppo sull’acceleratore.

MEDIANA E TREQUARTI. Bradley e De Rossi per dare più copertura Totti, fulcro del gioco giallorosso, che spesso si abbassa molto per far partire l’azione. Questa era l’idea iniziale, poi l’infortunio di DDR ha cambiato le carte in tavola, visto l’ingresso di Pjanic: il bosniaco è sicuramente più bravo nella fase di costruzione che in quella di rottura. Alla fine, vista anche la condizione del numero 15, è Bradley l’uomo più positivo: regista – è il romanista che realizza più passaggi, 73 – e ‘manovale’ – con i suoi 15 palloni recuperati-.

Florenzi ha trovato la posizione in cui può esprimersi al meglio: esterno sinistro. Già lo avevamo notato nelle scorse gare, ieri ha confermato questa impressione. Quando gioca sulla fascia riesce a dosare meglio le proprie forze, creando meno disordine; il riuscire a gestirsi gli permette anche di mettere in mostra le sue buone qualità tecniche, che vengono meno quando spende troppo. Recupera un quantitativo smisurato di palloni, serve un assist vincente: è sicuramente protagonista della prova più convincente del girone di ritorno.

Lamela e Totti si cercano, ed i risultati sono evidenti ai più nell’azione del secondo goal. Poche parole per descrivere quello che fanno i due calciatori più forti di questa squadra. Ma si può sempre migliorare, Lamela lo sa: l’argentino si innamora troppo del pallone, specie nel secondo tempo, quando rallenta un paio di ripartenze per non servire in tempo i compagni.

OSVALDO. 3 reti, un palo colpito, una prestazione convincente. Ma una dopo mesi di assenteismo. Tatticamente gioca una gara impeccabile, lo dicono i numeri. Ma basta? Soprattutto ci si chiede il perché di certi atteggiamenti irriverenti ed irrispettosi nei confronti del tifo giallorosso. Verrebbe da dirgli che altri sono stati fischiati a Roma e poi si sono conquistati gli applausi sul campo (vedi Perrotta, ora bandiera della Roma e beniamino della Sud). Ha la fortuna di giocare con Totti, uno che ha segnato più di 200 goal e che lo scorso anno si ‘scusò’ per essersi fatto attendere troppo. Deve lavorare per diventare un grande, probabilmente lavorerà lontano da Roma. 

A cura di Luca Fatiga

Twitter: @LucaFatiga9

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