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IL MESSAGGERO Lamela vota Roma: “Champions, si può”

Lamela

(A.Angeloni) – «Forza Coco, Roma ti ama», c’è scritto fuori il Bernardini. Il Coco è Erik Lamela, anni 21, compiuti lo scorso lunedì (in omaggio dal presidente Pallotta una maglia dei Celtics). Il classico calciatore che o ami o detesti: se fa cose egregie, pensi sempre che possa e debba dare ancora di più. Fa undici gol? E dici: ne poteva fare 20. Poi ti incanta, lo esalti, magari sbaglia tre gare e ricominci: da quando è andato via Zeman ha ripreso a giocare con la suola, ha perso concretezza. Il classico giovanotto da prendere – come si dice in certi casi – a ceffoni, insomma.

LO SCHIAFFO DI UDINE

Osvaldo questo ha provato (proprio provato, no…) un anno fa, proprio a Udine, prossima meta della Roma: una bella manata in faccia per riportarlo sulla terra, per toglierli dalla pelle quell’alone di presunzione che un siffatto talento inevitabilmente ha. Adesso Erik sembra sia sulla terra mentre Dani naviga da un po’ in una crisi di rigetto che lo porta – sostengono in tanti – sempre più lontano da Roma (incaricati alcuni emissari di trovare acquirenti in Russia). Udine è il luogo del «delitto», Lamela ci arriva con undici gol sulle spalle, come capocannoniere della Roma (proprio con Osvaldo) con un campionato fin qui giocato da protagonista e non più da talentino di belle speranze e con le sirene che lo inseguono e lo tentano. Anche se qui, tra sceicchi (al Quaddumi alla fine domenica era allo stadio con Padovano, non in Monte Mario però) e dollari, la Roma resta solida e ambiziosa.

SIRENE INGLESI

Lamela guadagna bene nella Roma, sicuramente poco rispetto a quando gli offrirebbe il City, dove gioca l’amico Aguero (Vieira all’Olimpico domenica), che lo vuole come compagno di squadra. Per certi giocatori, non certamente nati a Roma, non romanisti, conta anche altro e, da sempre, pecunia non olet. Poco importa se Sabatini è uno che si sarebbe venduto casa pur di andarlo a prendere al River. Il procuratore di Erik poi, recentemente, ha dichiarato che è presto per parlare di mercato. Presto? Vuol dire che comunque è in cantiere parlarne. La Roma lo ha pagato molto, intorno ai venti milioni, davanti a un’offerta vera, ci penserebbe, ci penserà. È presto. Mica ha detto non se ne parla proprio.

LO SCORE

Andreazzoli stravede per lui e lo fa giocare sempre (anche da esterno nel 3-5-2), seppur in queste ultime apparizioni l’ha vista davvero poco, prendendosi qualche critica di troppo. Un gol, tardivo, a Genova con la Samp e basta. Pochino con la Juve, male con l’Atalanta e maluccio con il Genoa. A Udine per ricominciare: la Roma ha bisogno di sostanza e non di personalismi. 

ERIK PARLANTE

«So che posso migliorare tantissimo. Il terzo posto? È possibile, Udine è una tappa fondamentale. Il ruolo? Prima facevo l’ala ora un po’ tutto, anche il terzino. Molti mi paragonano a Kakà o Ronaldo? Loro sono troppo forti, mi manca tantissimo per raggiungerli… Totti? All’inizio ero imbarazzato a giocare con lui, adesso sono felice. è uno che rende normali le cose difficili», il tutto registrato da Roma channel.

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