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GAZZETTA.IT Shevchenko, Ronaldo, Recoba…Dove sono finiti i coetanei di Totti?

Nesta, Pirlo, De Rossi e Totti

(F.Oddi) – Nel campionato 2010-11 Domenico Morfeo chiudeva la sua carriera a casa sua, con il San Benedetto dei Marsi, Seconda Categoria, il penultimo scalino del calcio italiano, mentre Francesco Totti tornava a quota 15 gol, suo miglior risultato dal 2007, anno dei 26 della Scarpa d’Oro. Classe ’76 tutti e due, esordì prima Francesco (28 marzo contro 19 dicembre, sempre 1993), che però il primo gol in serie A lo segnò nel campionato ’94-95 (Roma-Foggia 1-1, prima giornata, Franco Mancini in porta). L’altro aveva segnato subito, 9 partite e 3 gol nel ’93-94, e sembrava ancor più precoce: esordirono lo stesso giorno in Under 21, furono chiamati insieme in Nazionale, nello stage voluto da Arrigo Sacchi nella primavera del ’96, poco prima di fare la squadra per gli Europei, per uno dei due fu l’unica nell’azzurro dei grandi. Per la cronaca, l’esordio in Under 21 fu un’amichevole con la Bulgaria di quella che allora si chiamava “sperimentale”, risultato aperto proprio da Totti, punizione rasoterra toccata da Stefano Fiore. Era il 20 dicembre del ’95, Tomas Locatelli, stesso millesimo, ci era riuscito un anno prima, guadagnandosi il passaggio dall’Atalanta al Milan, che ai tempi delle giovanili aveva provato a prendersi Francesco: la sua discesa è cominciata cinque anni fa, dal Siena in A al Mantova in B, poi Spal, Atletico Arezzo in D, coinvolgimento in calcioscommesse, patteggiamento e pentimento, dopo aver visto come è andata ad altri.

KLUIVERT — Nel 1996, l’anno i cui vent’anni di Totti erano di vita e non di carriera, vinse l’Europeo Under 21, ai rigori contro la Spagna, paese ospitante: in campo, la stellina del Barcellona di Guardiola (giocatore), Ivan De la Pena, soprannominato il piccolo Buddha, considerato e pagato (dalla Lazio) come un piccolo Maradona. Ha smesso un paio d’anni fa, dopo un lunghissimo crepuscolo, Totti se lo è ritrovato a piazzare i cinesini sul campo nella gestione Luis Enrique, pochi mesi prima di tornare in Spagna. Quella Lazio aveva già Alessandro Nesta, che di Totti è stato rivale quanto amico, e che in estate ha preferito raggiungere l’ex compagno Di Vaio nella quiete del campionato canadese, ma non era lui il ragazzo del ’76 più atteso, quando ci furono gli Europei d’Inghilterra. Il romanista non venne convocato, l’allora laziale andò senza giocare un minuto, la stella era Patrick Kluivert, uno che un anno prima aveva deciso una Coppa dei Campioni (1-0 dell’Ajax contro il Milan di Capello) segnando in finale. Doveva essere il nuovo Marco van Basten, ha smesso a 32 anni non ancora compiuti, dopo cinque stagioni ben lontano dalla doppia cifra, è tornato sui giornali italiani solo perché la società della moglie ha organizzato il matrimonio da favola tra Wesley Sneijder e Yolanthe Cabau, finito in tribunale per mezzo milione di disaccordo sull’importo della fattura.

SHEVA — Provò anche a trattarlo la Roma il giovane bomber dell’Ajax, chi provò ancor più seriamente, su suggerimento di Zeman, con un altro ragazzo del 1976 poi finito al Milan, Andriy Shevchenko. Segnò 127 gol in 208 partite il fuoriclasse ribattezzato vento dell’Est, sette anni fa, quando andò al Chelsea, era già un giocatore finito: tornò a San Siro a prezzo di saldo, non vide mai la porta, tornò alla Dinamo Kiev, giocò come da contratto gli Europei co-organizzati dalla sua Ucraina, per poi smettersi e buttarsi in politica (senza grandi risultati: il suo partito ha preso l’1,58% dei voti). È nato il 29 settembre il bomber ucraino, due giorni dopo Totti (27), il 26 era nato Michael Ballack, sei anni capitano della nazionale tedesca, addio al calcio annunciato lo scorso ottobre, pochi mesi dopo la scadenza del suo ultimo contratto, con il suo Bayer Leverkusen, tradito nel 2002 per passare al Bayern Monaco, e riabbracciato nel 2010.

RECOBA — Il 22, di quel magico settembre del 1976, era nato Luis Nazario de Lima, Ronaldo quello vero, l’avversario più forte affrontato da Totti, come ha ripetuto anche ieri alla Gazzetta. Ha smesso nel 2011, due anni fa, dopo la ben nota serie di tragici infortuni, è ingrassato oltre ogni limite, ed è dimagrito in un reality televisivo: Alvaro Recoba, che gli rubò la scena all’esordio in serie A, gioca ancora ed è uno dei pochi, van Nistelrooy non si capisce se abbia smesso o no, visto che è fermo da giugno dopo la scadenza col Malaga, ma è stato ugualmente accostato all’Inter a caccia di svincolati dopo l’infortunio di Milito. Emerson, che con Totti ha vinto lo scudetto del 2001, ha lasciato nel 2009, Seedorf si diverte al Botafogo, Vieira è venuto a vedere la Roma per conto di Roberto Mancini, ora che fa l’osservatore del Manchester City.  

BUFFON — Ma la lista dei coetanei che hanno appeso gli scarpini al chiodo comprende anche i vari Oddo, Tomasson, Roque Junior, Dellas, Zé Elias, oltre agli ex compagni di Primavera Cupi e Stovini. Di quelli che c’erano a Brescia all’esordio l’unico che gira ancora è l’allora tecnico di casa, la volpe dello Shakhtar Mircea Lucescu. Ma hanno cambiato lavoro anche tanti che di Totti erano più giovani, dal nuovo Maldini Francesco Coco, al miglior centrocampista delle Under azzurre Roberto Baronio, fino a Nicola Ventola, che con gli assist del romanista vinse i Giochi del Mediterraneo, apice di una carriera che mantenuto poco. Ha giocato sempre con quelli più grandi Francesco Totti da ragazzino, il barese Ventola, classe ’78, ex calciatore a 33 anni era l’eccezione. Non l’unica: l’altra, Gianluigi Buffon, sta facendo il tifo perché l’amico di sempre torni a giocare con lui, al Mondiale del 2014.

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