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AS ROMA La normalità di Andreazzoli: nessun schema, solo equilibrio, buon senso e serenità

Andreazzoli

Tre vittoria di fila la Roma non le conosceva da novembre, quando le infilò con Zeman contro Torino, Pescara e Siena. Non proprio tre avversari irresistibili. Dopo il gennaio nero, Andreazzoli è riuscito a risollevare le sorti di una squadra intristita e, dopo la sconfitta contro la Sampdoria, è riuscito a restituire identità e serenità al gruppo giallorosso. Nove punti contro JuventusAtalanta Genoa, ovvero i campioni d’Italia primi in classifica, una delle squadre più difficili da affrontare fuori casa e i rossoblu di Ballardini imbattuti da sei gare. Vittorie pesanti che hanno accorciato la classifica e la distanza da Europa League e dalla Champions.

«Ho preso un po’ da tutti gli allenatori con cui ho lavorato, non sono legato a uno schema preciso». Così nella sua conferenza di presentazione esordì Andreazzoli ed è stato di parola. Moduli diversi, soprattutto durante le partite. Capacità di cambiare pelle ad una squadra che quando è tranquilla riesce a giocare in armonia. Senza che né Luis Enrique né tantomeno Zeman si offendano, non ci voleva poi molto. Al di là dei moduli, Andreazzoli ha usato il buon senso: ha parlato con i giocatori, li ha schierati nei ruoli più adatti assecondandone doti e propensioni, ricercando il sale del calcio, l’equilibrio in campo.

Si è affidato ai giocatori di esperienza sull’asse centrale: Stekelenburg, Burdisso, De Rossi e Totti compongono la spina dorsale della squadra. Il capitano con Spalletti divenne centravanti, oggi è libero di muoversi come crede, senza ricevere indicazioni dal tecnico. La difesa a tre ha dato maggiore solidità, l’inserimento di Torosidis e Marquinho, la posizione di Pjanic. Tutte mosse che hanno restituito certezze ai giocatori. A Bergamo senza Totti e De Rossi, è stato spostato Marquinho vicino a Lamela, con Balzaretti esterno. Col Genoa poi Andreazzoli ha cambiato più volte pelle alla squadra: dopo il gol di Romagnoli e i cambi di Ballardini, il tecnico romanista è passato dal 3-4-2-1 al 4-3-3 per poi concludere il match col 4-2-3-1, con Perrotta incursore ancora capace di timbrare una rete su assist di Totti.

Fonte: Corriere dello Sport 
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