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ROMA-CAGLIARI Baldini: “Non prendiamo decisioni a caldo, aspettiamo di parlare con Pallotta. Problema di gestione globale che va analizzato” (AUDIO)

Baldini e Pallotta

Partiamo dal pubblico: la contestazione è giusta? Se la aspettava? E’ normale?

“Credo sia giusta sinceramente, è evidente che nessuno può essere contento della partita di stasera e poi che vogliamo dire al pubblico che fino al 3-1 nonostante l’evidente difficoltà per tutto quello che forse c’è stato in settimana, li ha incitati? Tanto di cappello anzi, credo sia normale la contestazione dopo un risultato del genere”.

La squadra ha smesso di essere squadra, è la fotografia del fallimento del progetto Zeman?

“Difficile parlare stasera dopo una partita del genere con quello che ne consegue, è evidente che non è il momento per prendere decisioni. Ci confronteremo più tardi e anche con la proprietà. Credo sia meglio fare una riflessione non così a caldo, sulla scorta di una cocente sconfitta e durante una giusta contestazione…”

Riflessione anche sull’allenatore?

“Deve essere globale, non riguarderà solo l’allenatore, ma abbiamo evidentemente un problema di gestione che va analizzato. Non credo sia il caso di addentrarci troppo, la ferita è troppo fresca… Almeno una dozzina d’ore prima di riunirci e riflettere più a freddo sarebbe opportuna”.

Significa che potrebbero esserci decisioni relative anche ai dirigenti?

“No globale perché se una cosa non funziona non è che non funziona solo per un aspetto, la riflessione deve essere globale in questo senso”.

Qualche tempo fa disse che avrebbe fatto anche autocritica, è compreso anche lei nel discorso che stiamo affrontando?

“Evidentemente lo sono sempre, la responsabilità delle scelte sono qua per questo. Non posso certo essere fuori da questo discorso, ma non vorrei dire qualcosa che adesso non ho ben focalizzato, devo riflettere un attimo, domani parleremo con gli altri dirigenti, mi confronterò con la proprietà e posso farlo anche stasera grazie al fuso orario e questo mi aiuterà a riflettere meglio in un momento più opportuno che chiaramente non è questo”.

I battibecchi tra tecnico e società hanno contribuito a creare nervosismo?

“Sinceramente la squadra si era allenata bene, chiaro che prendere gol subito dopo 2 minuti mette la partita in condizione piuttosto complicata dal punto di vista psicologico. Poi si aggiunge l’infortunio di Goicoechea e la situazione è diventata molto complicata. Stare a identificare come lo scambio di vedute tra società e allenatore, che poi è stato un confronto, come motivo principale della sconfitta è piuttosto complicato”.

L’allenatore è stato delegittimato dalle parole di Sabatini?

“Credo di avere spiegato prima che Zeman in discussione non lo avevamo mai messo noi se non lo ha fatto lui stesso in quella conferenza dove ripeto le sue dichiarazioni erano sembrate di primo acchitto, fino al confronto, quasi uno scaricare, non credere più a quello che si stava facendo. Perché aveva cominciato un po’ a trovare come h detto prima più i colpevoli che non le soluzioni e ci siamo interrogato se questo voleva dire che non credesse pi tanto in questo che stava facendo o se, come poi ha spiegato, voleva solo trovare il modo di stimolare tutti a dare di più”.

Sabatini dice che basta vedere un allenamento per capire se un tecnico va mandato via e tu dici che gli allenamento sono stati fatti bene. Avete avuto anche colloqui con i ragazzi? Che sensazioni hai avuto dalla squadra?

“Se alla fine abbiamo deciso di continuare tutti insieme è anche perché abbiamo avuto risposte positive dalla squadra, dagli allenamento e da come ognuno di loro si è dichiarato a favore di questa conduzione tecnica. Non abbiamo fatto particolari indagini, basta vedere la risposta di come si sono allenato, la dedizione e la voglia che c’era anche stasera ma stata evidentemente minata dalle partenze dei due tempi, lo avete visto tutti”.

Hai vinto tantissimo con Capello, allenatore della concretezza e delle vittorie. Con gli americani invece costruite per lo spettacolo. Di chi è stata questa scelta? In futuro c’è la possibilità di ripensarci o sarà sempre una Roma votata allo spettacolo, ai gol fatti e a quelli subiti?

A quelli subiti spero di no evidentemente. Il discorso è che stavamo fondando una squadra nuova, fatta sopratutto di giovani che riteniamo abbiano una buona dose di talento e cercavamo di proporre un certo tipo di gioco. Una squadra che possa speculare sul risultato è fatta di solito da gente più esperta e da campioni affermati piuttosto che da campioni che possono affermarsi, perché possono farlo è sotto gli occhi di tutti. Sono due progetti diversi, volevamo una squadra giovane votata al gioco perché il progetto era un po’ più a lungo termine anche se è chiaro che parlarne dopo un anno e mezzo sembra tutto finito. Il calcio è questo: ti parla con i risultati e ti chiede il conto”.

Fonte: Sky

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