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LA REPUBBLICA Zeman a un passo dall’esonero: “Mi dispiacerebbe, ma non spetta a me”

Zeman

(M. Pinci) – Soltanto oggi Zeman conoscerà la verità, ma sulla sua testa soffia forte il vento dell’esonero. Il tracollo interno contro il Cagliari offre al club che per 72 ore si era interrogato se confermare o meno il boemo dopo Bologna, la chiave per decidere: la squadra abbandona il tecnico e affonda con lui. All’esterno dello stadio Olimpico quasi trecento persone hanno atteso la squadra per contestarla sonoramente, dopo averlo fatto già all’interno dell’impianto, seguendola, in quaranta, fino a Trigoria.

Oggi il giorno del giudizio: «Mi confronterò con la proprietà e gli altri dirigenti per parlare globalmente dei problemi, e la riflessione non riguarderà solo l’allenatore, ma prima è meglio far passare la notte». Così il dg Franco Baldini apre ufficialmente all’addio. Anzi, agli addii: perché quando nelle primissime ore della mattina il management romanista si ritroverà a Trigoria non sarà soltanto la posizione di Zeman a traballare, anche il dg è pronto a rassegnare il proprio mandato nelle mani di Pallotta. Già nella notte il vertice tra i dirigenti in contatto costante con gli States, stamane la decisione definitiva sulla sorte della Roma americana anno secondo. Pronto il nome del sostituto del tecnico: avviati nelle ultime ore contatti con Laurent Blanc. Il francese, ex ct della nazionale transalpina, ha risposto con soddisfazione alla chiamata, lui preferirebbe poter partire da luglio per avere tempo di programmare, ma non ha detto no alla soluzione in corso di anno.

Il cambio, comunque, appare inevitabile: «Contro il Cagliari abbiamo pagato anche uno stato generale di confusione su cui si deve riflettere – conferma Baldini – da qualche parte abbiamo sbagliato se i risultati sono quelli che sono, le caratteristiche di questo nuovo corso era crescere con molti giocatori giovani, pensavamo fosse una condizione obbligatoria per inseguire un certo tipo di gioco, perché una squadra composta da 11 giocatori non esperti poteva essere ideale per questo progetto di gioco».

Più difficile convincere Zeman del fallimento della sua idea di calcio, nel suo secondo corso romanista: «Non è una partita che mi farà dimettere, credo in quello che faccio», giura il boemo. Che però non può ignorare i venti che soffiano su di lui: «Essere esonerato mi dispiacerebbe perché credo nella squadra, ma non spetta a me. Io sono a disposizione della società». E dei tifosi, che lo hanno contestato apertamente durante la gara – insieme ai dirigenti – ma anche alla fine, esponendo uno striscione eloquente per tutto il secondo tempo: “Via il boemo”. Già oggi potrebbero essere accontentati.

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