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ORA D’ARIA “Riflessioni Sparse” Paolo Marcacci

Ora d’aria di Paolo Marcacci

Numeri, alla rinfusa, senza alcun risvolto statistico; non cifre, dunque, atte ad evidenziare tendenze di rendimento o caratteristiche di gioco, ma numeri alla rinfusa, mescolati e buttati sul tabellone romanista dopo una “smucinata” delle nostre suggestioni nel giorno della semifinale di andata di una Coppa che abbiamo nel dna, più di ogni altro competitor, per chi conosce un minimo della nostra storia. Innanzitutto ottantaquattro, che non c’entra niente con George Orwell ma sono i giorni che ci separano dalla semifinale di ritorno: distanza siderale, irragionevole, ingiustificata ed impensabile: quattro (altro numero) aggettivi che si addicono a tante vicende del nostro calcio, quindi zero nella casella delle sorprese. Speriamo soltanto che, al pari dei tifosi, se ne ricordino i giocatori quando, la sera di venerdì primo febbraio, si troveranno davanti il Cagliari di Cellino, le cui impuntature hanno trovato ancora una volta sponda in chi dovrebbe decidere con un minimo di buon senso. Poi un numero decimale, non finito: l’uno e ottantasei dell’altezza di Torosidis, accoppiato agli ottantuno chilogrammi del peso forma, che ieri abbiamo trovato in ogni lancio di agenzia: un acquisto più buono di quanto sembri, probabilmente, soprattutto per ciò che attiene al rapporto qualità-prezzo, anche se ci piacerebbe che a quel tipo di numeri si badasse un  po’ meno, almeno ci piace pensarlo in prospettiva. Un dieci che non ci piace: i punti che mancano, attualmente, alla soglia del terzo posto; proprio per questo, quando sentiamo i servizi da Trigoria ci sembra irrealistico continuare a considerarla, soprattutto in ragione del cuscinetto di squadre che al momento si  frappongono fra la Roma e la fatidica soglia. Un Dieci maiuscolo, Lui: due-due-due, non è un prefisso ma l’ennesimo passo sul boulevard dei record, dove l’orma si moltiplica in virtù di una longevità che persino a Baldini fa supporre un bel quaranta, cioè l’età con lo scarpino ancora calzato in caso di rinnovo. Ma non era pigro? Ci viene un mente un due, guarda che cosa andiamo a pensare: il ruolo che potrebbe avere Luis Enrique (proprio lui, non un omonimo) al Bayern Monaco, al seguito di Pep Guardiola: pare abbia già puntato Pjanic, garantendo per lui presso Hoeness e soci. E’ in casi come questi, vedi anche Marquinhos, che ci piacerebbe cominciare ad avere certezze circa il fatto che la Roma chiude le porte e non se ne parla nemmeno. Che altro? Ah già, un “bel” quindici, i giorni occorrenti al recupero di Daniele De Rossi, meno del previsto dunque; minore distanza dal miraggio della prestazione che chiuse il 2012 (numero da dimenticare, per molti): quella contro il Milan, che fece sbilanciare molti di noi, meno avveduti scaramanticamente, in tabelle e previsioni calendario alla mano. Che cosa voleva essere questa cabala improvvisata? Niente, solo suggestioni, come quelle che cominciamo ad avere in vista di stasera: che ognuno le tenga per sé, per carità.

Paolo Marcacci 
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