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IL TEMPO Dentro o fuori

Zeman

La Roma non ha ancora deciso se andare avanti con Zeman, aspetta di parlarci con franchezza oggi, prende tempo e intanto si guarda attorno alla ricerca (complicata) di un’alternativa credibile per non buttare via una stagione ancora aperta. Non arriverà il traghettatore di turno, ma eventualmente un tecnico in grado di imporre la sua figura sul gruppo e all’esterno. Laurent Blanc, ex ct della Francia, sembra al momento l’unica soluzione percorribile. Servono almeno altre 24 ore per imboccare una strada definitiva. A Bologna dopo la partita Baldini ha chiesto un parere a Burdisso come rappresentante della squadra, per capire quanto l’allenatore sia ancora seguito. Poi è tornato a Reggello dove è rimasto ieri, in continuo contatto con i proprietari americani. Oggi il dg rientrerà a Trigoria per confrontarsi con Zeman insieme a Sabatini a margine dei due allenamenti previsti.

Al tecnico verranno dettate condizioni precise: 1) ricreare un rapporto sereno con tutta la squadra; 2) evitare altri attacchi in pubblico ai giocatori; 3) riaffidare la porta a Stekelenburg anche per «salvare» l’impresentabile Goicoechea4) chiudere in modo definitivo il caso De Rossi, facendolo tornare al centro del progetto tecnico per restituire stabilità al gruppo. Solo se accetterà in toto le richieste del club, si potrà davvero aprire lo «Zeman 2».

Dopo aver diretto l’allenamento mattutino, Sdengo si è preso un caffè al bar di Trigoria, aspettando una convocazione in ufficio che non è arrivata, quindi ha deciso di rinchiudersi nella sua casa al Fleming. La società ha preferito rinviare il confronto alla presenza di Baldini e intanto gli ha fatto pervenire i propri messaggi attraverso la conferenza stampa di Sabatini. Messo spalle al muro, ora l’allenatore si trova di fronte a un bivio:mettere da parte alcune sue convinzioni e andare avanti, oppure dimettersi. Nella sua lunga carriera non ha mai scelto nessuna delle due opzioni e ha sempre preferito farsi esonerare. Ma è pur vero che questa è l’ultima grande occasione per lui.

Se divorzio sarà, Zeman può farsi forte di un contratto biennale da circa un milione di euro a stagione più premi, firmato su richiesta del club la scorsa estate: Si tratterà la rescissione, altrimenti resterà a libro paga fino a un nuovo incarico altrove. Col Pescara è rimasto in contatto, quella porta è sempre aperta. Intanto la Roma progetta il dopo-Zeman e si accorge che sul mercato c’è poco o nulla. A meno di non voler rinviare la questione a giugno, quando potrebbe liberarsi Allegri che ha già dato il suo assenso: il tecnico del Milan considera la rosa giallorossa potenzialmente la migliore del campionato. Se son rose fioriranno in estate,

intanto per l’immediato Blanc non dispiace alla Roma. È un nome spendibile a livello internazionale e la sua conoscenza dell’italiano e del nostro campionato potrebbe favorirlo: i contatti sono partiti ieri. C’è libero anche Rijkaard, fresco di esonero dalla nazionale dell’Arabia Saudita: con lui si potrebbero riprendere i fili del modello Barcellona sposato con Luis Enrique, ma al momento la sua candidatura è debolissima. Scartati i vari Malesani, Giannini, Giampaolo, Rocca, Panucci – chi più chi meno si è proposto – sono sotto esame le soluzioni interne. Solo una viene presa in considerazione, ma come extrema ratio: Aurelio Andreazzoli, ex collaboratore di Spalletti e vice di Montella ancora sotto contratto con la Roma, amatissimo dai giocatori e stimato dai dirigenti. A tal punto da chiedere a Zeman, senza successo, di coinvolgerlo di più nel lavoro quotidiano sulla difesa. Il neo entrato nello staff Zago non sembra avere chance, idem Alberto De Rossi per una sua scelta personale. A proposito: Zeman negli ultimi tempi ha raffreddato anche i rapporti con lui. Tanto per non farsi mancare nulla.

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