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REPUBBLICA.IT Napoli, Conte, Mauri e la “giustizia” a rate

Calcioscommesse

(F. Bianchi) – Forse il campionato non è irregolare, come sostengono da Napoli giustamente infuriati, ma di sicuro questa giustizia sportiva a rate lascia non poche perplessità. La situazione del Calcioscommesse sembra essere sfuggita di mano al superprocuratore Stefano Palazzi, che pure è persona perbene, esperta e appassionata del suo lavoro. Ma fra patteggiamenti strani, contraddittori, e indagini a volte veloci e a volte stranamente lente qualcosa non torna. Intendiamoci bene: la giustizia sportiva deve viaggiare a rimorchio di quella ordinaria che, si sa, ha tempi a volte biblici. A Cremona, per fare un esempio, la Procura ha dovuto chiedere, il 30 novembre, altri sei mesi di proroga alle indagini perché ci sono imputati ancora latitanti e sovente si scoprono cose nuove. Ma di sicuro i magistrati di Cremona hanno un merito: hanno scoperto tutto il marcio che c’era (c’è?) nel mondo del calcio, sfruttando strumenti di indagine, vedi le intercettazioni, che Palazzi di sicuro non ha. Grazie, quindi, a Di Martino e c. Ma questo allunga, per forza di cose, i tempi della procura della Figc: e così abbiamo processi a rate, prima del campionato, durante (Napoli, appunto) e dopo. Meglio sarebbe, se non ci fossero casi di urgenza, tenere tutti i processi quando non si gioca, da giugno ad agosto per capirci: si eviterebbero polemiche e sospetti. Anche perché i reati sono di anni fa, non c’è quindi quella urgenza che c’era con Calciopoli nel 2006. Palazzi ha preso due solenni schiaffi dalla Disciplinare che ha respinto i patteggiamenti con Conte e poi col Napoli. Vero come sostiene Giancarlo Abete che non ci può essere un tariffario fisso, altrimenti basterebbe un notaio e non un giudice. Ma di sicuro sono stati commessi degli errori nell’iter giudiziario. La stessa Disciplinare, per una questione di “par condicio”, ha dato due punti di penalizzazione al Napoli e non uno come chiesto da Palazzi. La responsabilità oggettiva va cambiata, su questo non ci sono più dubbi: molto spesso le società sono vittime dei loro calciatori, o tecnici, “infedeli”. Ma sino a quando è in vigore, deve valere allo stesso modo per tutti, si chiamino Napoli o Albinoleffe. Il club di De Laurentiis comunque ha ancora davanti non solo due gradi di giudizio (Corte di giustizia federale e Tnas), ma anche mezzo campionato per annullare la penalizzazione, e può farcela visto il valore della squadra. Anche se credo che rischi davvero di aver perso Paolo Cannavaro e Grava, squalificati (6 mesi) per omessa denuncia. Uno sconto, ad esempio di due mesi, permetterebbe loro di tornare in campo solo verso fine campionato.

Ma che farà adesso Palazzi con gli altri casi in arrivo? A Cremona, come detto, stanno ancora indagando su 33 “tesserati”. Probabile quindi che Palazzi decida di fare slittare all’estate il procedimento sulla Lazio (Mauri e Sculli) e sul Genoa. In questo caso, quindi, si andrebbe a fine campionato ed eventuali condanne sarebbero scontate dalla prossima stagione. Non si poteva fare lo stesso col Napoli? A Bari hanno quasi finito e presto dovrebbero passare le carte alla procura Figc (a proposito: a Napoli ci hanno messo tanto tempo, perché? Scarso feeling con Palazzi?): una ventina di indagati e tre partite del Bari (2008 e 2009) combinate, secondo gli investigatori. Il calciatore Colombo si sarebbe rifiutato di giocare contro la Salernitana, sostenendo che era “una partita-farsa”, e avrebbe pronunciato questa frase nello spogliatoio davanti anche all’allenatore Antonio Conte, almeno secondo la versione di alcuni ex calciatori baresi (Kutuzov, Gillet, Esposito, eccetera). Conte a Bari non è indagato, a Cremona sì: ma adesso rischierebbe, stando alle carte della Procura pugliese, un’altra omessa denuncia in sede di giustizia sportiva. Aveva capito che la sua squadra, già promossa, voleva dare una mano agli amici della Salernitana? Di sicuro, non sapeva nulla dei 160.000 euro che i giocatori, secondo i pm baresi, si erano intascati. Sette ex del Bari per ora hanno taciuto davanti ai magistrati: ma non potranno stare in silenzio quando saranno chiamati a Roma dalla procura Figc perché rischiano sqaulifiche. E Conte quando verrà sentito dagli 007 di Palazzi? A fine stagione? Conte sia a Siena che a Bari non si era accorto degli strani movimenti di molti suoi calciatori. E ha detto al suo presidente Andrea Agnelli: “Devo evitare di vincere il campionato con 3-4 giornate di anticipo”. Sì, è vero: a fine stagione ci sono sempre stati i cosidetti accordi fra le società, quando una lotta per un obiettivo e l’altra non ha più niente da dire. Ma adesso il problema si è complicato non poco: adesso ci sono di mezzo le scommesse e un 2-2, magari, fa guadagnare un sacco di gente. Per questo dirigenti e allenatori devono sempre tenere gli occhi bene aperti.

Fonte: Repubblica.it

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