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GAZZETTA DELLO SPORT Gioca Big Jim “A Roma per vincere. E mi tengo De Rossi”

James Pallotta

(M. Cecchini) – Come la Divina. Se nel 1930 la MGM pubblicizzava il primo film sonoro della star svedese con la frase «Greta Garbo talks!», l’evento si è ripetuto ieri anche a Roma: James Pallotta parla. A un anno dal ribaltone che lo ha portato al centro dell’universo giallorosso e a 4 mesi dall’ascesa al trono presidenziale, il magnate statunitense si concede alla prima conferenza. Peraltro non banale, senza contare che l’occasione è stata propizia per presentare il nuovo global Ceo del club, cioè quell’Italo Zanzi che rappresenterà il punto di riferimento proprietario (stavolta di stanza a Roma) nell’affollato staff dirigenziale.

Niente delusioni «Probabilmente non mi conoscete abbastanza — dice Pallotta —. Sono uno che non si accontenta facilmente. Il primo obiettivo è costruire una squadra in grado di competere per la Champions League per i prossimi 10 anni. E saremmo delusi se non dovessimo centrarla quest’anno, ma lo stesso vale per il prossimo anno, e così via. Comunque siamo ancora in corsa per l’Europa: la squadra è giovane, sta migliorando. Abbiamo messo in piedi un progetto pluriennale e siamo solo all’inizio».

De Rossi &; Scudetto Convinto di avere già «una grande squadra», Pallotta ne approfitta per blindare De Rossi. «Non abbiamo assolutamente intenzione di venderlo. Non abbiamo chiamato nessuno, e non abbiamo ricevuto chiamate da nessuno. Ho trovato esilarante leggere e sentire tutte queste presunte trattative. Sono solo speculazioni». E il d.g. Baldiniconferma: «Non vogliamo cederlo». E il presidente aggiunge: «Il mercato cambia a seconda dei risultati? Non abbiamo intenzione di stravolgere il nostro piano d’investimenti. Non sono qui per divertimento. L’ultima cosa che voglio è farmi prendere a calci da voi ogni settimana se la squadra va male. Stiamo costruendo una squadra forte e vogliamo farlo almeno fino a quando io farò parte di questa società. A quando lo scudetto? Purtroppo non lo so, l’obiettivo è centrarlo entro i prossimi 5 anni, come ho fatto coi Boston Celtics».

Stadio &marchio L’unico velo di malinconia è sul nuovo stadio, per cui in settimana potrebbe vedere il sindaco Alemanno. «Mi sarebbe piaciuto già adesso fare un annuncio, ma purtroppo non siamo così avanti. Stiamo individuando la location e speriamo di averlo entro cinque anni, magari prima». E il consigliere Baldissoni chiosa: «Lo costruiremo senza bisogno di attendere eventuali sviluppi normativi». E Pallotta riprende: «Da uomo d’affari so che la situazione economica è difficile in tutto il mondo, ma le mie radici sono in Italia, inoltre sono convinto che la Roma sia il brand più sottostimato al mondo. Con Zanzi, però, avremo lo staff al completo, guiderà il gruppo nel verso giusto». E il nuovo Ceo, che ha preso il posto del dimissionario Pannes, spiega: «Non sono qui perché ci sia un problema. Il mio obiettivo è vincere in campo e fuori, ma i tifosi vogliono vincere la partita successiva, mentre noi abbiamo un piano a lungo termine che manca nel calcio internazionale». Zanzi,38 anni, di origini italiane (nonno di Faenza, nonna tedesca, mamma cilena e papà statunitense) — oltre a essere stato un candidato repubblicano al Congresso ed esperto di marketing — ha giocato a calcio nella squadra cilena del Deportivo Lo Barnechea e per 11 anni è stato portiere della nazionale Usa di pallamano. Insomma, uno sportivo vero, che dopo la conferenza ha incontrato la squadra. Titoli di coda su una comunicazione societaria di Pallotta. «L’ex presidente DiBenedetto è ancora nel board». Per i giallorossi scaramantici, chissà se sarà una bella notizia

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