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5-5-5 L’ANALISI TATTICA Totti illumina d’immenso

5-5-5 L’Analisi tattica

Si può dire, dopo una stagione e mezzo di proposta, che la Roma inizia a convincere: le vittorie consecutive ora sono 4, che stanno permettendo un abbozzo di scalata in classifica. Come è stato ripetuto più volte nelle ultime settimane in questa rubrica, non serve il bel gioco in questo periodo, ma servono le vittorie, e stanno arrivando. Ma ieri, oltre ai 3 punti, si è visto un gioco ed una condizione crescenti e convincenti, nell’arco dell’intera gara. Nei momenti positivi, però, bisogna trovare ‘l’ago nel pagliaio’, cercare le cose che non vanno e lavorare su queste per cercare di dar seguito a questa fase di crescita.

L’ANALISI TATTICA. De Rossi sì, De Rossi no? Questa la domanda della settimana, che, come spesso accaduto in questa stagione, ha avuto come risposta l’ennesima panchina del numero 16; ancora una volta ad aver ragione, a quanto pare, è stato Zeman, che senza De Rossi vince sempre. Il Boemo ripropone la squadra che tanto aveva fatto bene a Siena, con il solito 4-3-3 ‘falsato’ dalla contemporanea presenza nel tridente offensivo di Totti e Pjanic, dietro l’ariete Destro. Come in Toscana, infatti, il bosniaco ed il Capitano fungono da trequartisti; stavolta, però, Pjanic aiuta di più il centrocampo, liberando il numero 10 da incombenze difensive. 

A fare la differenza è sempre quel ‘ragazzino’ con la fascia da capitano, ed inizia subito a disegnare calcio: l’1-0 giallorosso nasce da un suo calcio di punizione. Schema evidentemente provato più volte – già a Siena era stato tentato – con cross sul secondo palo per l’inserimento di Tachtsidis (stesso schema ‘spallettiano’, dove però Mexes prendeva il posto del centrocampista); il greco colpisce di testa verso la rete, ma il tocco di Castan sulla riga gli toglie la gioia del goal. Questa azione sblocca mentalmente il regista giallorosso, che gioca una gara diversa dal solito, una partita tranquilla, sbagliando pochissimi appoggi, e piena di verticalizzazioni importanti, che danno vita a diverse azioni pericolose della Roma.

Purtroppo la rete del pareggio arriva su un macroscopico errore della retroguardia, che sceglie di marcare a zona inspiegabilmente. Zeman l’aveva detto che la squadra, soprattutto sui calci piazzati, non avrebbe marcato a uomo, cercando di lasciare gli avversari in posizione di fuorigioco: scelta folle quella di salire senza considerare l’eventualità di un inserimento da dietro, come poi accade. A questo si potrebbe aggiungere l’errore di valutazione di Goicoechea, che in quei casi dovrebbe tentare l’uscita.

Quando la Roma è in difficoltà arriva Totti a rompere gli schemi, ad imporsi: l’azione del vantaggio, che porta la sua firma, nasce dai suoi piedi, che fanno partire un grande contropiede. Destro è bravo ed altruista nel chiudere il triangolo, pur avendo l’occasione di far partire un diagonale di destro verso la rete. Non si accontenta di firmare la rete del vantaggio, ma vuole anche chiudere la gara, andandosi ad inventare la realizzazione del 3-1, con un tiro da 25 metri, su cui Viviano si addormenta.

Viviano-Goicoechea: altro scontro fondamentale della gara, vinto dall’uruguagio nonostante le tante incertezze che contornano la sua gara. L’estremo difensore romanista nei momenti decisivi ‘ci mette una pezza’, mentre il viola commette gli errori che condannano i suoi compagni.

L’approccio nel secondo tempo è ancora una volta sbagliato, e su questo aspetto si dovrà continuare a lavorare: i calciatori entrano in campo, forse, convinti di avere la partita in pugno, e subiscono subito la rete di El Hamdauoi, che rimette in partita l’undici di Montella. Zeman è costretto a cambiare per ravvivare il gioco, togliendo Florenzi e Tachtsidis per inserire Perrotta e De Rossi: ottimo l’approccio del numero 20, rivitalizzato dalla rete di Siena, mentre DDR fatica ad entrare in partita, ed anzi rischia di condannare i suoi compagni con un brutto errore a centrocampo. Deve lavorare a testa bassa per riconquistare la fiducia del tecnico, ed anche la fiducia verso se stesso, che sembra aver perso.

Subentra anche Osvaldo al posto di un ottimo Destro, al quale manca solo il goal, un po’ per sfortuna un po’ per mancanza di lucidità in certe azioni. L’italo-argentino torna anche a segnare, riuscendo a chiudere l’ennesima splendida azione di contropiede, partita dai piedi di Perrotta e, nemmeno a dirlo, Totti.

ANALISI ATLETICA. Cresce la condizione della squadra intera, che gioca ad alti ritmi per 90 minuti, eccezion fatta per i primi 60 secondi della seconda frazione di gara. La Roma sbaglia poco e cerca di tenere alti i ritmi di gioco, sapendo di poterli sopportare meglio degli avversari.

Il migliore è Totti, che entra in tutte le azioni decisive della sua squadra, corre più di tutti e continua ad essere l’esempio da seguire. Arrivare a 36 anni così è impossibile per qualsiasi altro uomo, non per lui.

Esponenziale la crescita di Piris in queste ultime settimane: il paraguaiano ha detto che sta lavorando duramente per migliorare sotto ogni aspetto, ed in campo si vede questa crescita. Ha acquistato un’importante sicurezza che gli permette di non commettere più gravi errori tecnico-tattici, finalmente mostra la sua grande velocità, caratteristica che ci era stata descritta al suo arrivo.

Notizie positive vengono anche dal centrocampo, dove Tachtsidis appare più veloce e convinto, più sicuro; la sua è una velocità di pensiero, non di corsa, ma quando riesce a verticalizzare di prima i benefici nel gioco sono evidenti. Anche Bradley non sbaglia gara, anzi; non sarà uno dei centrocampisti più tecnici del campionato, ma è tra quelli che macinano più chilometri senza dubbio. Non riesce a concretizzare molte azioni di contropiede, ma si propone costantemente anche in fase offensiva.

Unica nota dolente è Florenzi, che sta vivendo un calo fisiologico, dopo un inizio di stagione da incorniciare: ha bisogno di riposare, soprattutto dopo l’affaticamento muscolare che lo ha colpito a Pescara, e crediamo che attenda con ansia la sosta invernale.

A cura di Luca Fatiga

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