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5-5-5 L’ANALISI TATTICA La maturità zemaniana

5-5-5 L’Analisi tattica

Terza vittoria consecutiva centrata, la seconda nelle ultime due gare in trasferta, arrivata contro una squadra in salute – la cui classifica è influenzata dalla penalità – confermando il trend positivo del dopo-derby. Il gioco ancora una volta non è importante, ma contano i tre punti, da conquistarsi curando particolarmente la fase offensiva, come Zeman vuole, senza tralasciare quella difensiva, come lo Zeman moderno sta mostrando di poter fare. Forse il confronto avvenuto dopo la partita con la Lazio tra squadra e tecnico ha fatto bene a tutti, permettendo una crescita tecnico-tattica, oltre ad una maggiore convinzione nei confronti del cammino che si sta affrontando tutti insieme.

L’ANALISI TATTICA. Non è più 4-3-3, ma il Boemo, complici gli infortuni, decide di infoltire il centrocampo, lasciando in attacco il solo Destro a combattere contro tutti. Così troviamo la solita linea a 4 in fase difensiva, Tachtsidis davanti alla difesa con compiti puramente di costruzione del gioco, a sua protezione Florenzi e Bradley, mentre Totti e Pjanic sono veri e propri trequartisti, in grado di supportare la punta e al contempo di aiutare il centrocampo, creando così un’importante parità numerica contro i centrocampisti senesi.

Zeman dice di essere sempre lo stesso, ma già lo scorso anno, guardando le partite del Pescara, ci eravamo resi conto che questo non è vero. Ce ne accorgiamo osservando anche la fase difensiva, in cui spicca il giovanissimo Marquinhos; il reparto arretrato non cerca più esasperatamente il fuorigioco, ma si accontenta di farlo quando strettamente necessario. Inoltre il classe ’94 tappa ogni buco, ricoprendo il ruolo di ‘libero’, che con la sua velocità recupera ogni buco lasciato dai compagni.

Nel primo tempo la partita va come vuole Cosmi: la sua squadra si chiude nella propria metà campo, Valiani marca constantemente il lento Tachtsidis, Rosina è libero di svariare cercando buchi nella difesa romanista, mentre Calaiò punta Castan, più vicino alle sue caratteristiche rispetto a Marquinhos. La Roma non trova spazi per arrivare nell’area avversaria, il Siena non ha grandi spunti, ma sblocca la partita sfruttando un calcio d’angolo: i difensori giallorossi commettono una grave ingenuità, trovandosi in 3 nel ‘blocco’ avversario, poi Goicoechea completa il disastro, non riuscendo ad opporsi al lento colpo di testa di Neto.

Poi nella seconda frazione di gara cambia tutto: in questa Roma non c’è spazio per il calcio ‘elitario, a quanto pare, ma si inizia a preferire la concretezza. I calciatori cercano di attuare sul campo tutte quelle situazioni tattica provate in settimana, che Zeman aveva già anticipato in conferenza stampa il sabato mattina: i due terzini si allargano cercando la sovrapposizione su Bradley, a destra, e Florenzi, a sinistra, lasciando la zona centrale a Totti e Pjanic, che si cercano e giocano molto vicini. Tachtisidis si libera del pressing avversario, ed inizia a verticalizzare con una cerca insistenza.

Così il primo goal arriva proprio come immagina il Boemo: lancio del greco, che serve un inserimento di Florenzi; il romano vede Destro da solo, che deve solo insaccare in rete. Capitolo Destro: più punta di Osvaldo, attacca gli spazi in verticale, può sopportare il peso della manovra offensiva perchè abile nella gestione di più situazione, dalla protezione del pallone alle progressioni palla al piede. Anche la rete finale è di quelle poche che si meritano un sorriso del mister di Praga: azione di contropiede, che si sviluppa tutta in verticale, sull’asse Totti-Pjanic-Destro, con tre passaggi, e chiude una frazione di gara da incorniciare.

La realizzazione del vantaggio è ad opera di Perrotta, la cui firma mancava da più di un anno: il centrocampista subentra al posto di Tachtsidis, si sistema sul centro-destra, lasciando a Bradley il compito di proteggere la difesa. Il goal arriva con una situazione poco ‘zemaniana’, ma molto ‘perrottiana’: il campione del Mondo si inserisce, raccoglie una ribattuta di un centrale avversario e, senza pensare, tira centrando l’angolino.

ANALISI ATLETICA. L’ha detto anche Zeman in conferenza stampa: la squadra corre di più, cerca di trovare continuità all’interno dei 90 minuti, complice anche una crescente condizione atletica. Non parliamo sicuramente di uno dei migliori terzini destri del campionato quando nominiamo Ivan Piris, ma è un esempio di professionalità: il ragazzo, come ammesso nel post-partita, sta lavorando molto per migliorare quegli aspetti fisici e tecnici in cui pecca, e sul campo i risultati si vedono, sebbene ancora sbagli in molte situazioni.

Grandissima condizione di tutto il ‘tridente ‘offensivo: non ci sono più parole per descrivere Totti, mentre Pjanic sta crescendo a vista d’occhio, Mattia Destro ha una condizione impressionante, come dimostra anche in occasione del terzo goal, quando trova la forza di gettarsi in contropiede dopo 90 minuti di lotta con gli avversari.

Tachtsidis ancora a due facce: il problema del giovane greco sembra tutto psicologico, perchè quando gioca ‘senza pensieri’ gli riescono le cose migliori, anche in fase di interdizione. Esce per Perrotta perchè ammonito, probabilmente non sarà titolare la prossima settimana, ma deve crescere con calma, perchè, anche se a sprazzi, mostra tutte le sue qualità.

Chi continua a non convincere, purtroppo è Goicoechea: il portiere uruguaiano è molto lento, impacciato, e fatica nel trovare le scelte giuste. Deve lavorare ancora molto per potersi considerare titolare inamovibile.

A cura di Luca Fatiga

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