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IL MESSAGGERO Pjanic un gol per De Rossi

 

Pjanic

(M.Ferretti) Miralem Pjanic, dopo le polemiche legate al derby, sognava di tornare in campo e di essere protagonista in positivo. Missione compiuta, con la sua firma sul gol che ha chiuso la partita. «È una rete ricca di significati, ma non è una rivincita. Avevo tanta voglia di fare bene: la mia situazione, e anche quella della Roma, non era facile, ma in questo periodo ciò che conta realmente sono i punti», spiega. E ancora. «Mi fa molto piacere aver segnato, regalando un gol alla squadra, ma sono felice anche per me stesso. Era da un po’ di tempo che non giocavo, so che posso fare meglio, ho già disputato partite di migliore qualità ma mi sono battuto fino in fondo per la Roma e questo è importante».

(…) «Ho rimediato il giallo, lo so, mi sono tolto la maglietta e sono andato sotto la Sud ma soltanto perché volevo festeggiare insieme con i nostri tifosi. A me fa piacere sapere che sono sempre dalla mia parte, sto bene qua e voglio vincere con questa squadra. Adesso non siamo in una situazione molto bella, le prossime partite saranno importanti ma la squadra è unita. Dedico questo gol a De Rossi, un mio amico che ha preso un cartellino rosso e che avrebbe voluto essere qui con noi per dimostrare che quanto accaduto contro la Lazio è stato solo un incidente».

Un Pjanic da libro Cuore o giù di lì. «Marquinhos? È bravo, ma siamo stati tutti bene in campo e abbiamo difeso come dovevamo. E questo è fondamentale. Se difendiamo così tutti insieme, penso che non prenderemo tanti gol. È una questione di testa, dobbiamo capirlo e tutto il resto verrà da solo». Raggiante, il bosniaco. «Serviva una vittoria, non era importante il gioco, adesso sono importanti i punti. Stavolta abbiamo fatto una bella gara, abbiamo subito poco, abbiamo prodotto tante occasioni. Il gioco di Zeman ancora non si vede? Non so con esattezza cosa ancora non vada, questo va chiesto al mister. Io, ripeto, sto bene. È vero che ho fatto partite migliori di questa ma mi mancano un po’ di minuti nelle gambe. La panchina sgradita? Non so chi sia contento di fare panchina, è normale che mi dispiace. Poi, però, quando gioco do tutto. Ora ci serve continuità: i punti sono importanti per essere nella parte alta della classifica. A Pescara, dopo il cambio d’allenatore, vorranno fare belle cose e per noi non sarà facile. Ma dovremo vincere, su questo non si discute. Servirà prepararsi bene e prendere la partita molto seriamente».

La Roma ha vinto ma c’è da dire che nella prima parte di gara, la squadra – sotto gli occhi di Serse Cosmi, avversario tra due domeniche a Siena – ha stentato molto a trovare fluidità di manovra. Totti ha provato a rendere il gioco meno prevedibile, Lamela ha tentato qualche accelerazione delle sue e Osvaldo ha sbagliato anche l’impossibile. Dovendo dare un giudizio complessivo, una Roma poco zemaniana se non per la difesa altissima, posizionata quasi all’altezza della linea di centrocampo. Nella seconda parte di gara, la musica è cambiata: la Roma ha spinto maggiormente e Pjanic ha avuto più occasioni per diventare protagonista. Ha cercato con insistenza di arrivare al tiro, voleva a tutti i costi lasciare il segno e, per questo, ha anche un po’ esagerato. Ma non ha mollato, arrivando a centrare il suo traguardo di serata, con il padre tifoso in tribuna, con un destro rabbioso che è terminato alle spalle di Gillet dopo una deviazione di Gazzi. Una rete (la seconda di fila dopo quella del derby) cercata a tutti i costi per mettere la parola fine ad una settimana ricchissima di chiacchiere e di polemiche. Pjanic ha risposto da giocatore vero, cioè con i fatti. Abbandonando le parole e stavolta guardando verso la panchina di Zeman con un sorriso.

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