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CORRIERE DELLA SERA Piove sulla Roma, diluvia su Zeman. Fa festa il Parma

Totti

(L. Valdiserri) – Piove sulla Roma e diluvia su Zdenek Zeman, arrivato alla quarta sconfitta in 10 partite, una delle quali vinta (per ora) a tavolino contro il Cagliari. Numeri impietosi: peggior difesa del campionato (19 gol subiti), zona Champions lontana già 8 punti. E in più gli infortuni (ieri Stekelenburg, polpaccio, ma ha fatto bene il sostituto Goicoechea) e i casi ormai conclamati (Destro e Pjanic per 90’ in panchina). Fa festa solo il Parma, alla terza vittoria consecutiva, che sorpassa i giallorossi in classifica e festeggia nel modo migliore il prolungamento del contratto di Donadoni, che non sarà un guru ma sa far giocare le sue squadre. In un campo un tempo felice, dove la Roma vinse una gara decisiva per la conquista dello scudetto 2001, i giallorossi subiscono l’ennesima rimonta: contro il Bologna, contro la Sampdoria, contro l’Udinese e, appunto, ieri contro i ducali a cui è bastato uno schema fisso per un’ora: giocare sempre dalla parte di Dodò, che dopo un anno emezzo di assenza dai campi di gioco non è ancora in grado di reggere la pressione. Non è stato sufficiente alla Roma andare in vantaggio dopo 8’ con Lamela (sesto gol stagionale), grazie a un regalo di Zaccardo che sbaglia un rinvio in piena area e fa un assist involontario all’argentino, che colpisce con un tiro a giro sul palo più lontano che è diventato ormai il suo marchio di fabbrica.

In tre minuti (dal 35’ al 37’) subisce un doppio colpo da k.o., primacon il giovane Belfodil, liberato da un liscio di Dodò, e poi con Parolo che sfrutta anche il pantano in cui si è trasformato il campo del Tardini. Liberato da un assist di Belfodil, smarcato sempre nella zona del povero Dodò, vede il primo tiro bloccato da una pozzanghera ma trova l’equilibrio per calciare una seconda volta e trovare il gol del sorpasso. Si cerca sempre una chiave tattica per leggere le partite e quella di giornata sembrava semplice: il centrocampo a tre della Roma —con De Rossi centrale e Bradley mezzo destro, naturalmente il contrario di quanto Zeman aveva fatto capire alla vigilia—deve fronteggiare 5 avversari. Un handicap che può diventare un’arma a proprio favore, velocizzando il gioco, quando il tridente offensivo si trova ad affrontare i tre difensori del Parma in uno contro uno.

Pura teoria. La pioggia torrenziale, aumentata proprio in vicinanza del fischio d’inizio, rende inutile la protezione dei teloni tenuti sul campo fino all’ultimo. Si gioca davvero a calcio per una ventina diminuti, nei quali arrivano il gol di Lamela e l’infortunio di Amauri, che in uno scontro fortuito si «apre» il labbro: 12 punti di sutura. Sembra una calamità e invece non lo è perché il sostituto, Belfodil, entra in tutti e tre i gol: segna il primo, serve l’assist per il secondo e innesca il terzo con un tiro che Goicoechea respinge: sulla ribattuta, però, Zaccardo trova il tiro giusto e Piris non riesce a salvare sulla riga. Inutile il gol di Totti (rigore prima respinto daMirante) e poi ribadito in rete. Il tutto su un campo ormai oltre il limite della praticabilità ma che c’era per tutte e due le squadre.


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