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IL TEMPO Pjanic chiede spazio a Zeman

Pjanic

(A. Austini) – Qualcosa non torna.467 minuti giocati in questo avvio di stagione,314 con la nazionale, appena 153 e mai una partita intera con la Roma. Miralem Pjanic versione 2012/13 finora sembra più un giocatore della Bosnia. Eppure è lo stesso per cui l’accoppiata Baldini- Sabatini ha rifiutato un’offerta di 20 milioni di sterline recapitata dal Tottenham in estate, superiore quella presentata dal Manchester City per De Rossi e oltre il doppio del prezzo – 11 milioni – pagato per strapparlo al Lione. No, qualcosa non torna.

Nei piani societari Pjanic è una colonna portante del progetto, un ragazzo più grande della sua età (22 anni), con tutte le caratteristiche al posto giusto per diventare un leader del gruppo. Lo sarebbe anche per Zeman: dopo due-tre allenamenti a Riscone si è resoconto di avere tra le mani un campioncino ed era sicuro che lo avrebbe trasformato in un punto fermo della sua Roma. Mai pensieri, finora,non si sono tramutati in fatti. Un po’ per i muscoli fragili di «Mira», messi a dura prova da gradoni e corse infinite, un po’ per considerazioni tattiche del boemo, che nel frattempo si è fissato su Tachtsidis e si è innamorato dello zemaniano provetto Florenzi. Dopo 71 minuti giocati col Catania, Pjanic ha visto dalla panchina Inter-Roma per problemi ai tendini, salvo poi giocare due gare in quattro giorni con la Bosnia, è rientrato con il Bologna (ancora sostituito al 69’),mentre una lesione all’adduttore lo ha messo fuori causa per le tre partite consecutive con Sampdoria, Juventus e Atalanta.

La sosta gli ha permesso di rimettersi a disposizione della nazionale, ma non di allenarsi a sufficienza per convincere Zeman. Così a Genova è entrato solo nel finale, da comparsa. Una punizione, forse.Fatto sta che un giocatore da 25 milioni ha fatto panchina a due ragazzi provenienti dalla serie B.Non è un paradosso? Per il boemo la questione è tattica: a sinistra preferisce un centrocampista bravo negli inserimenti come Florenzi a un palleggiatore come il bosniaco, i dirigenti non si permettono di intervenire ( come nel caso di De Rossi e Osvaldo) e i «senatori»,con cui Pjanic ha legato molto, sono un po’ perplessi. E il diretto interessato che dice? Si sfoga nel privato, per adesso. Nell’ultima intervista, parlando della diversità del ruolo occupato tra Bosnia e Roma, non intendeva far polemica. Ma è chiaro che la situazione inizia ad infastidirlo. La partita con l’Udinese rappresenta una verifica importante: sarebbe difficile digerire un’altra esclusione. Zeman non si sbilancia e lo considera in ballottaggio con Florenzi, stremato dopo un ciclo di partite giocate senza sosta. Se i piani del boemo dovessero restare gli stessi per tutta la stagione, Pjanic chiederebbe di essere ceduto. Anche perché le offerte di certo non mancano. Oltre alla corte del Tottenham, il Barcellona si è mosso in tempi non sospetti insieme ad altri club inglesi. La Roma non pensa alla cessione e sta provando a proteggere il ragazzo. Ovvero un capitale importante. Ma alla fine decide sempre e solo lui: Sdengo stravede per Tachtsidis, non ancora per Pjanic. Qualcosa non torna.


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