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GAZZETTA DELLO SPORT Roma spalle al muro. Baldini: “Zeman resta, ora pensate a vincere”

Zeman Baldini

(M.Cecchini) Una delle battute più cattive che circola negli ambienti finanziari romani interessati al calcio, vanta una citazione cinefila: «Agli americani j’hanno vennuto la Fontana de Trevi». Il riferimento è a un film di cinquant’anni fa, quando in «Totò Truffa» (1962) Totò, in combutta con Nino Taranto, «cede» il monumento al ricco italo-americano Decio Cavallo, convincendolo di aver fatto il «business» della sua vita (rivedete lo spezzone su YouTube: è delizioso). In realtà il curriculum dimostra come James Pallotta, in arrivo a Roma, non sia affatto sprovveduto e infatti — con la concreta possibilità di costruire un nuovo stadio — in prospettiva l’acquisto del club giallorosso sarà certamente un affare sia per lui che per UniCredit, senza la cui presenza al 40% (e soprattutto il costante supporto finanziario) — come ha detto il vice a.d. della banca, Fiorentino — l’affare non sarebbe stato mai concluso. Detto che in tempi di crisi economica globale, i tentativi di allargare l’azionariato per ora non sono andati a buon fine, l’obiettivo è cercare di alzare il livello dei risultati.

Avanti così Dopo il flop della scorsa stagione, il rischio si è di nuovo materializzato anche in questo scorcio di campionato, tanto da far finire la Trimurti (Baldini, Sabatini e Fenucci) nel mirino della contestazione insieme ai giocatori. Pur sfiorato dalle perplessità, la figura di Zeman resiste. Non a caso, la quarantina di tifosi che fuori dai cancelli hanno recitato qualche insulto ai calciatori hanno applaudito il boemo. Il vero rumore di sciabole, però, si è sentito dentro i cancelli di Trigoria, dove prima è cominciata la caccia alle «talpe» che sussurrano le notizie e poi si è rassicurato il boemo sull’aiuto di UniCredit per il mercato di gennaio. Infine si è decisa la linea con cui affrontare la squadra. Quale? La più semplice: assecondare gli umori della piazza contro i giallorossi.
Faccia a faccia A dispetto delle voci (Baldini al Tottenham, Fenucci al Milan, Sabatini senza rinnovo a fine stagione), la dirigenza infatti si è ricompattata e — dinanzi a Zeman e a tutto lo staff tecnico — ha affrontato i calciatori a muso duro. «Non c’è neppure bisogno di dire che l’allenatore resta — ha detto Baldini — Dovete rispettare di più le regole, mettere più attenzione e più intensità negli allenamenti. Pensate a fare i calciatori, meno chiacchiere e più lavoro. State tranquilli, noi non smobilitiamo. Per noi siete una grande squadra, siete in grado di vincere, anche se nessuno vi chiede di farlo subito». Ancor più spietato è statoSabatini«Adesso basta — ha ringhiato —. L’anno scorso siamo stati indulgenti, ora non più. Siete tutti bravi giocatori, adesso dovete essere una squadra. Chi non ci sta si chiami fuori subito: verrà accantonato oppure ceduto». Nessuno dei calciatori ha risposto alle sollecitazioni dirigenziali, ma radio spogliatoio sussurra che al termine pochi siano rimasti scossi.

La lezione di Zeman Usciti i dirigenti, è stata la volta di Zeman. Il boemo, però, in realtà si è soffermato solo sugli aspetti tattici, dicendo poi al gruppo: «Il mio calcio è semplice, applicatelo e abbiate fiducia nelle mie idee». E così, forte della rinnovata fiducia dirigenziale — che oggi verrà di nuovo esplicitata in una conferenza del d.g. Baldini — l’allenatore ha di nuovo rispolverato il lavoro sui gradoni, a dispetto dei mugugni dei calciatori sulla pesantezza dei carichi. Il messaggio finale è chiaro: tutto è come prima, non è successo nulla di irreparabile, abbiate fede. Più che Trigoria, infatti, a molti è parso di essere in Vaticano.

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