(B. Tucci) – (…) Una riprova la si è avuta contro il Milan. Avete notato la grinta, la caparbietà, la padronanza del campo? Questa è la Lazio di Petkovic, del mister «venuto dal nulla». Devo aggiungere che fa anche bene l’uomo della panchina biancazzurra a frenare i bollori degli ultras. Rimane con i piedi in terra e predica umiltà perché il campionato è lungo e pieno di sorprese. Comunque sia, se la gente di fede laziale è alle stelle ne ha ben donde. È un piacere vedere giocare questa squadra. Non si perde mai d’animo e anche nei momenti più difficili non si fa travolgere dalle circostanze. Petkovic ha saputo dare al gruppo una grande personalità: lo aveva predicato durante l’estate, quando, da perfetto sconosciuto, aveva messo piede nella Capitale. Bisogna dargli atto che ha mantenuto tutte le promesse, andando anche al di là delle più ottimistiche previsioni.
Dopo quindici minuti di pianto, si è tornati a sorridere anche sull’altra sponda del Tevere. Vedete come è strano il calcio: la Roma restituisce al Genoa lo scherzetto subìto ai tempi di Ranieri, quando vinceva 3-0 e perse 3-4. Corsi e ricorsi a parte (anche De Canio ha fatto la stessa «fine») a Marassi si è vista finalmente una squadra forte e reattiva. Non è facile riprendersi dopo un improvviso uno-due. Invece la Roma ci ha creduto, ha seguito gli insegnamenti del mister e ha ritrovato la via del gol.L’interrogativo è sempre lo stesso: dove può arrivare questa Roma?Zeman è fiducioso, ritiene che sia competitiva e possa dar fastidio a tutte le avversarie. Direi che la verità, come al solito, è nel mezzo. L’obiettivo rimane la Champions, a patto che la Roma non abbia quelle «dimenticanze » che ha avuto, ad esempio, contro la Juve.