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REPUBBLICA.IT Palazzi e le mille inchieste. Ora tocca a Conte e Napoli

Stefano Palazzi

(F. Bianchi) – Risolto il giallo di Genoa-Siena (22 aprile scorso, presto il processo), ecco che Stefano Palazzi-Sherlock Holmes può dedicarsi alle altre inchieste. Che non sono poche. Presto, forse già in settimana, ci potrebbe essere una decisione per Antonio Conte che in una conferenza stampa accusò pesantemente la giustizia sportiva. “Una vergogna”, disse il tecnico della Juve, squalificato per 10 mesi e in attesa del Tnas. Così come Aurelio De Laurentiis che l’11 agosto ha impedito al Napoli di partecipare, a Pechino, alla premiazione della Supercoppa per protesta nei confronti dell’arbitro Mazzoleni. Una figuraccia internazionale. Ora il n.1 del Napoli è stato interrogato (verbale secretato) e Palazzi dovrebbe mandarlo a giudizio: rischia un’inibizione e un’ammenda. Da decidere anche fare con le dichiarazioni della Juve, che ha definito “barbara” (minuscolo) la giustizia sportiva. Archiviazione o deferimento? Quanto tempo ci vuole per decidere? L’ultimo caso, fresco, quello del Cagliari: Cellino rischia una lunga squalifica.

Calcioscommesse. Giancarlo Abete, n.1 della Figc, da Varsavia ha detto. “L’inchiesta di Napoli è stata ormai definita, mentre a Bari e Cremona ci sono ancora situazioni in itinere”. Che significa? Significa (forse) che presto ci potrebbe essere il deferimento per il Napoli (Grava e Paolo Cannavaro accusati di omessa denuncia?) mentre per quanto riguarda Lazio e Genoa forse si arriverà addiritura a fine anno e non a fine settembre come previsto in un primo tempo. A Cremona emergono sempre fatti nuovi e l’inchiesta penale non è mai stata chiusa. A Bari sono invece a buon punto. Intanto, molti calciatori coinvolti (ad esempio Mauri, già interrogato dalla procura federale) continuano a giocare, in Italia e in Europa. In estate c’era fretta a fare i processi: ora si va al rallentatore. Come mai? Che giustizia è a due velocità? E quelli che sono stati condannati in fretta e furia che dicono? Caro presidente Abete, così non va. D’accordo che forse non si potrà tornare al passato (con Ufficio Indagini e Procura federale) perché gli indirizzi del Coni vanno verso una procura unica, inquirente e requirente, ma queste lentezze creano solo polemiche. Una riforma è comunque necessaria: quantomeno, lo staff di Palazzi va rinforzato


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