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IL ROMANISTA Destro: «Dedicato alla mia gente»

Mattia Destro

(V.Meta) – L’unica nota stonata è che quando riguarderà le foto del suo primo gol in Nazionale, Mattia Destro si rivedrà con una barba improbabile: «Eh, me l’hanno detto tutti di tagliarla, ma non avevo portato il rasoio. Sarà la prima cosa che farò appena torno a Roma». Per il resto, la notte di Modena è già pronta per essere messa fra quelle speciali, perché il gol che ha messo in discesa la gara contro Malta potrebbe valergli la conferma in un attacco azzurro ancora in cerca di un’identità, «ma qui ci sono un sacco di campioni – si schermiva Mattia nel salottino Rai -, mi sa che per diventare un titolare ci vorrà un po’ di tempo». Intanto però c’è un gol bello e pesante: «Una cosa che sognavo fin da quando ero bambino, giocare in Nazionale e segnare. Lo dedico a tutte le persone che mi sono vicine e mi vogliono bene». La prodezza al debutto da titolare non è però bastata a cancellare la rabbia per le occasioni sprecate in Bulgaria. Per quelle Destro ancora non si dà pace: «Il gol di stasera (martedì, ndr) mi rende felice anche perché arriva dopo quei due errori a Sofia. Avrei dovuto fare meglio, mi dispiace. Meno male che sono riuscito a rifarmi subito».

Rientrato a Roma a tarda notte, ieri pomeriggio era già in campo a Trigoria per preparare un altro debutto, quello all’Olimpico, dove finora ha giocato soltanto in amichevole perché alla prima di campionato contro il Catania era squalificato. Con Osvaldo fermo per il rosso rimediato a San Siro, toccherà a lui andare a fare il centravanti, ruolo che ha ricoperto fin da ragazzino e in cui si trova a suo agio, per quanto abbia passato metà della parentesi azzurra a ripetere che «io mi adatto a giocare dove c’è bisogno, anche perché sono giovane ed è bene che impari a fare più ruoli. Non è che preferisca fare il centravanti, mi trovo bene anche da esterno, anche se ho cominciato a farlo soltanto quest’anno con Zeman e non so se riesco a interpretarlo nel migliore dei modi. Però ci sto lavorando, mi impegnerò di allenamento in allenamento per migliorare. L’ho detto e lo ripeto: io mi adatto». Un ritornello quasi ossessivo, almeno quanto le domande che nella zona mista del Braglia andavano a parare invariabilmente lì. Neanche a farlo apposta, la squalifica di Osvaldo dovrebbe dirottarlo al centro dell’attacco, da dove andrà a caccia del primo centro in campionato.

Al Bologna ha già segnato lo scorso anno con la maglia del Siena (1-1 al Franchi) e l’ideale sarebbe ripetersi davanti ai suoi nuovi tifosi, lui che a Roma-Catania in campo è anche sceso, ma solo come “amico di Romolo”, il mezzo giro di pista sulla macchinetta elettrica per qualche foto con i tifosi davanti alla curva Nord che in ogni partita in casa spetta allo squalificato di turno. La maglia numero 22 l’ha inaugurata nello stadio che avrebbe potuto essere il suo con una prestazione generosa e tatticamente perfetta, perché la sua sola presenza ha spalancato spazi nella difesa interista, visto che a ogni passo si portava dietro almeno due avversari. Mancava solo il gol, ma è certo che arriverà, «ci vuole solo un po’ di tempo, io mi sto impegnando e continuerò a farlo». Intanto si è già tagliato la barba.

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