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CORRIERE DELLO SPORT Destro e Insigne. Ma l’Italia dov’è?

Cesare Prandelli

 (A. Polverosi) – Peggio di Sofia. Dopo la delusione bulgara, tutto quello che Prandelli aveva detto e chiesto è caduto nel vuoto di una squadra vuota. E’ stato come se in una settimana o poco più la Nazionale fosse precipatata indietro di oltre due anni. Davanti aveva Malta, 139° posto nella classifica Fifa, aveva un’avversaria da Serie B o forse da Prima divisione italiana che cedeva palla appena ne veniva casualmente in possesso, per dominarla sul piano del gioco occorreva tutto quello che l’Italia non ha avuto: pazienza, ritmo, rapidità, intensità, inserimenti. E palleggio veloce.

Ma solo Marchisio aveva chiaro in testa il tipo di partita da giocare. Non Pirlo, marcato a uomo da Schembri, incapace di liberarsi dal controllo maltese, sempre fuori tempo, lui che gioca spaccando i centesimi di secondo. Non Diamanti, che invece percorreva una strada tutta sua, facendo dannare Prandelli in panchina: doveva arricchire la manovra, rendere incisivo il gioco d’attacco, ma aveva addosso una tale frenesia che gli impediva le solite giocate. Non i due attaccanti che, privati dello spazio necessario dai 9 giocatori difensivi di Malta, non riuscivano mai a incrociare nè a dare profondità. Non i due esterni, Cassani e Peluso, che ricevevano palla da fermi e non sulla corsa, così da ottenere l’effetto contrario di quanto desiderato: ingolfavano l’attacco anzichè rendere più snella e rapida l’azione sugli esterni. Il paradosso, a fine gara, era il primo posto nel girone (insieme alla Bulgaria), dopo i peggiori 180′ della gestione-Prandelli.(…)

IL PRIMO GOL DI DESTRO – Perché in realtà il ct aveva chiesto il gioco al posto di tanti gol e, per quanto si è visto, solo Marchisio ha eseguito l’ordine. Con Pirlo bloccato alla fonte, è stato lui a dare gioco (quel poco di gioco) all’Italia, come è accaduto in occasione della rete di Destro: lancio in profondità del bianconero, taglio a “L” (taglio zemaniano) di Destro in area maltese e gol. Erano passati 5′ e in quel momento ci siamo immaginati una partita che invece non c’è stata. In tutto il primo tempo l’Italia ha fatto due tiri in porta, quello di Destro per l’1-0 e una punizione di Diamanti deviata in angolo da Hogg. Sarebbero diventati miseramente quattro nella ripresa. Un tiro l’ha fatto anche la nazionale di Ghedin, con Sciberras, e Buffon ha dovuto mettere la palla in angolo. Poi è stato solo un gioco improduttivo, con la palla incollata ai piedi di azzurri fermi come statue: solo Marchisio si muoveva senza pallone e quando ci provavano i due esterni venivano serviti fuori tempo, a corsa spenta. (…)
INSIGNE E IL 4-3-3 – E deve averli sentiti anche Prandelli che nell’intervallo ha perso la pazienza, tolto Diamanti, fatto debuttare Insigne e schierato l’Italia col 4-3-3, con Destro a destra (come nella Roma), Osvaldo al centro (come sopra) e Insigne a sinistra. Il bambino, cioè Lorenzo Insigne, è entrato da adulto, facendosi dare palla, giocandola nel modo e col tempo giusto, creando movimento sul fronte d’attacco. L’inizio della ripresa è stato un pochino più incoraggiante come gioco rispetto al primo tempo, Insigne ha dato una scossa alla partita e Prandelli ha cercato di darne un’altra con Pazzini al posto dello spento Osvaldo. Prima Destro e poi lo stesso Pazzini hanno avuto l’occasione buona per il 2-0, ma il ritmo dei primi 15′ si è esaurito in fretta ed è tornata la squadra scialba del primo tempo.
I PICCOLI – Prandelli ha finito la partita cambiando tutto l’attacco (e da qui si capisce quanto gli siano piaciuti i tre interpreti), l’ultimo a uscire è stato Destro per far entrare Giovinco e creare un attacco di piccoletti, ma intorno ai tre il gioco restava confuso, spezzettato, privo delle qualità che avevano fatto di questa squadra una bella squadra. Il 2-0 è arrivato al primo minuto di recupero, grazie all’angolo di Pirlo, il colpo di testa di Peluso e la deviazione di Cohen. Il senso della partita, però, non è cambiato.

 

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