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IL ROMANISTA Florenzi-Riscone un anno dopo

Alessandro Florenzi

(V. META) – Un anno fa era il grande assente, oggi si prepara al suo primo ritiro estivo con la prima squadra come uno dei più attesi, un po’ perché i numeri della sua stagione parlano da soli, un po’ perché si dice che a volrerlo a Riscone a tutti i costi sia stato Zdenek Zeman in persona. Così il capitano dell’ultima Primavera campione d’Italia si gode gli ultimi giorni di vacanza prima di dare inizio all’avventura con il Boemo, quello per cui «se servisse farei pure il terzino, senza problemi».

In realtà nel 4-3-3 di Zeman Florenzi dovrebbe trovare la sua collocazione ideale da intermedio più ancora che da vertice basso, anche se è lui il primo a sapere che proprio la duttilità e la disponibilità al sacrificio sono state le caratteristiche che hanno fatto le sue fortune tanto con Menichini e Drago nel Crotone quanto con Ciro Ferrara in Under 21.

Terzino destro, interno nel 4-2-3-1, trequartista, addirittura esterno di centrocampo in azzurro: ha fatto tutto, il ventunenne cresciuto a pane e pallone, al punto che era lui stesso il primo a scherzarci: «Mi manca solo di giocare in porta!» diceva all’ultimo ritiro dell’Under 21, dove per Ferrara è diventato uno dei punti fermi, quasi un paradosso se si pensa che fino a un anno e mezzo fa – fino all’Under 20 di Francesco Rocca – l’azzurro si limitava a sognarlo. E pensare che giusto un anno fa proprio il ritiro di Riscone sembrava un treno perso, perché con Luis Enrique c’era il compagno di regia Viviani e poi Antei, Pigliacelli, Caprari e un Verre non ancora diciottenne, ma non il capitano campione d’Italia. Colpa di una fastidiosa appendicite che l’aveva costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico poche settimane prima del raduno, con tanti saluti alle speranze di farsi notare dal tecnico.

Chissà se guardando partire i compagni avrebbe mai immaginato che proprio quel presunto treno perso si sarebbe rivelato la sua fortuna: la sua prima stagione con i professionisti è cominciata con il Crotone in ritiro sulle montagne della Sila insieme all’altro romanista in esilio in Calabria, Stefano Pettinari, con cui avrebbe condiviso tutto dell’esperienza in rossoblù, appartamento incluso.

Fra cambi di ruolo più o meno estemporanei e gol in serie (ha chiuso con 11 reti, secondo miglior realizzatore della squadra), la sua stagione è andata in crescendo insieme con l’affetto dei tifosi – leggenda voleva che per lui fosse pronta una statua – e con l’attenzione dei club di mezza Serie B prima e Serie A poi. Il Crotone da parte sua era forte di un diritto di riscatto sulla comproprietà senza controriscatto fissato, puntualmente esercitato a fine campionato: per riportarselo a casa, la Roma ha dovuto praticamente ricomprarlo. In attesa di dimostrare che Zeman ci ha visto giusto, Florenzi è tornato da una breve vacanza a Formentera e si sta godendo gli ultimi momenti di relax a Roma insieme alla famiglia (che ha fatto la spola fra Vitinia e Crotone per tutto il campionato): la scorsa settimana era con i genitori alla serata organizzata per Sebino Nela, prima uscita “ufficiosa” della nuova stagione. Per quelle ufficiali aspetta Riscone, il treno mai preso che l’ha portato lontano.

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