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LA REPUBBLICA L’azzardo obbligato

Daniele De Rossi

(F. BOCCA) – Si parte per Danzica e quel che è fatto è fatto. Non resta che una sgambata oggi pomeriggio, la riunione tecnica di domani in albergo, le ultime cose da sistemare. Tipo salutare stasera l’uomo di scorta Davide Astoriche, a meno di altre brutte sorprese, potrà tornarsene alla sua vacanza a Miami. E’ deciso infatti che resti Barzagli, il suo polpaccio dolorante ha messo l’Italia nei guai e costretto Prandelli a rivoluzionare un po’ tutto. Bisogna esser chiari però: si cambiano pezzi di squadra e software di gioco soprattutto perché l’Italia, anche con Barzagli, ha riportato danni gravi sulla scocca. In ogni caso il difensore della Juventus sta meglio e la nazionale lo aspetterà. Del resto se l’Inghilterra può fare a meno di Rooney per le partite con Francia e Svezia, l’Italia non può strapparsi i capelli se le mancherà un difensore contro Spagna e Croazia. Si fa il salto soprattutto se si mantiene il senso delle proporzioni. Sembra tutto deciso alla fine di una giornata molto alla luce del sole — anche troppo forse… — seguita a un’altra invece di grande tensione e segretezza sui lavori in corso.

De Rossi giocherà al centro della difesa, è stato lui stesso a confermarlo e renderlo addirittura pubblico. Sicuramente con il placet e magari addirittura l’impulso di Prandelli. È stato il primo segnale di certezza spedito agli spagnoli e all’intero Europeo dopo troppi segnali di sbandamento. Il ct ha lasciato anche che si potesse vedere buona parte dell’allenamento, avevano cominciato a far sgombrare la tribuna dalle telecamere indiscrete poi hanno lasciato un’altra mezzora per poter vedere chiaro il 3-5-2 in stile Juve che il ct ha intenzione di schierare contro Xavi & C. Tanto da far pensare se sotto non ci sia una sorpresa, un piccolo colpo di scena, un moto d’orgoglio che porti a non rinnegare due anni di un certo tipo di calcio per poi improvvisarne un altro all’ultimo. Tanto per dire, già una difesa più classica a quattro, con in mezzo De Rossi — in stile Luis Enrique — e una squadra sostanzialmente confermata da centrocampo in su, magari col vivace Diamanti al posto dello spento Montolivo, sarebbe già meno sperimentale e improvvisata di quella che si va ipotizzando adesso e addirittura da scartare nuova nuova domani nell’Arena di Danzica.

Ma Prandelli sembra abbastanza vergine, forse addirittura un po’ naif, poco avvezzo a basse strategie. Deve solo sperare che la mossa De Rossi sia azzeccata, altrimenti, stia sicuro, saltano due anni di tregua azzurra. Più del modulo di gioco, raro nella storia della nazionale, ma non assente perché l’Italia di Zoff agli Europei 2000 era molto simile, conta ormai la condizione. Chissà se una settimana è bastata per ritirarla su. Dopo scandali, infortuni e cazzotti in faccia non c’è un clima di paura o di preoccupazione. Anzi. Ieri in campo Balotelli e Cassano scherzavano: i grandi giocatori sono così, quando tutti tremano loro ridono.

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