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IL ROMANISTA “Il biscotto mi fa schifo”

Michel Platini

(C. Fotia) – Il Quirinale, per prassi consolidata, non risponde alle lettere aperte che vengono rivolte al Presidente. Ciò non vuole dire che queste non vengano lette.

Nel caso di quella che gli abbiamo rispettosamente inviato ieri, è stata “letta e valutata con attenzione”. Esattamente quel che volevamo, poiché il solo fatto che il Presidente sia stato informato dal tentativo di biscotto che i vertici della Figc vorrebbero confezionare con Michel Platini, lo rende di più difficile realizzazione. Ci saremmo aspettati che il presidenteGiancarlo Abete, cui il nostro solerte Daniele Galli ha rivolto una richiesta di intervista, avesse risposto senza giri di parole a questa semplice domanda: la Figc intende chiedere all’Uefa di rispettare il suo regolamento che prevede la non partecipazione di società “implicate direttamente o indirettamente” in illeciti sportivi o intende chiedere una deroga? Il presidente, molto gentilmente, ci ha risposto che non intende “tornare sull’argomento” ritenendo esaustive le cose dette nella conferenza stampa di venerdì scorso. Male, anzi malissimo, perché è stata proprio quella conferenza stampa a confermare i sospetti del biscotto, dal momento che in quella sede Abete parlò di tempi della giustizia e di sentenze da attendere mentre, lo ripetiamo fino allo sfinimento, il regolamento Uefa parla di semplice implicazione.

A scanso di equivoci, per i pochi poveri di spirito che hanno letto il nostro intervento come volto a tirare la volata alla Roma che, in caso di esclusione delle squadre coinvolte in Scommessopoli, sarebbe ammessa in Coppa Uefa, diciamo con chiarezza che di questo non ce ne importa nulla. Sono perfettamente d’accordo con il nostro amico Antonio Padellaro: anche a me piace che la Roma conquisti sul campo i suoi obiettivi. Qualora tuttavia dovesse accadere che la Roma fosse ammessa “d’ufficio”, sarebbe semplicemente il portato naturale dell’applicazione delle regole esistenti e non del loro stravolgimento per favorire i club coinvolti nelle inchieste. (…). Non festeggeremmo, ma la Roma non avrebbe rubato nulla. Immorali sono coloro che hanno truccato le partite, offendendo i sentimenti di milioni di sportivi e di centinaia di calciatori per bene, non chi da questo schifo è fuori. Qualche altro povero di spirito ci accusa di aver disturbato il Presidente della Repubblica per un’inezia, in un momento drammatico della crisi del paese. A parte il fatto che a giudicare se abbiamo arrecato o meno disturbo dovrebbe essere il Quirinale e siamo certi che così non è, se usassimo questo metro di giudizio il Presidente non dovrebbe occuparsi affatto di calcio e invece, giustamente, lo fa, non facendo mancare il suo sostegno ai nostri ragazzi che domani affronteranno il difficilissimo match contro la Germania.

Un paese è unito quando sa condividere delle passioni e si unisce ancor di più, anche nei momenti drammatici, quando il calcio e lo sport in generale, ci offrono l’occasione di sentirci italiani con orgoglio, di identificarci con la classe e le facce pulite di Pirlo e De Rossi. (…). Noi vogliamo che sia quest’immagine bella del nostro movimento calcistico a fare il giro del mondo non quella delle farmacie, dei campionati falsati, delle partite comprate e vendute. Usi il pugno di ferro, presidente Abete, come promesso all’inizio dello scandalo, gliene verrà solo onore. Per lei e per l’Italia.

P.S.: Alcuni soloneggiano sul fatto che l’Italia riposa due giorni meno della Germania e gridano allo scandalo attaccando la Uefa. Parlano di “Trappola per l’Italia”. Sarebbero molto più credibili se s’indignassero oltre che per le trappole anche per i biscotti.

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