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IL ROMANISTA Conti-Farina, pranzo da campioni

Bruno Conti

(C. ZUCCHELLI) – Undici anni dopo il ritorno diFarina a Trigoria. Sarà un caso, o forse no, ma nel giorno in cu Zeman ha firmato il contratto da allenatore della Roma il calciatore del Gubbio che ha denunciato un tentativo di combine dando il via allo scandalo del calcio scommesse è tornato al Fulvio Bernardini. Simone aveva lasciato le giovanili della Roma per trasferirsi a Catania e da lì era partita la sua onesta carriera senza troppa gloria tra Cittadella, Gualdo, Celano Marsica e Gubbio. Terminata la stagione di B Farina, che si trovava a Roma, ha chiamato Bruno Conti per organizzare l’incontro. Ovviamente il responsabile del settore giovanile ha subito accettato. E Farina è tornato a Trigoria, dove qualcuno, visti i lunghi capelli biondo platino, l’ha anche scambiato per Kjaer. È proprio Bruno Conti, al Romanista, a raccontare questo ritorno: «Simone mi ha chiamato perché gli faceva piacere venirmi a trovare e io ho accettato con gioia. Ovviamente. È venuto intorno all’ora di pranzo, abbiamo mangiato insieme con alcuni segretari del settore giovanile e poi sono passati anche Baldini, Sabatini e Fenucci per una stretta di mano».

Dopo il pranzo Farina e Conti si sono trasferiti nell’ufficio del campione del Mondo ’82: «Tutti pensano che abbiamo fatto chissà quali discorsi – spiega ancora Conti – quando in realtà abbiamo parlato di calcio. Di Roma, di Gubbio, di calcio giocato. Siamo gente di pallone». Lo è anche Gigi Simoni, che ha guidato Farina a Gubbio e che Conti conosce benissimo: «Abbiamo fatto un accenno anche a lui, certo. E poi abbiamo parlato delle nostre famiglie, lui mi ha chiesto di Daniele e Andrea e io gli ho chiesto dei suoi bambini». Punto. Bruno Conti non si sbilancia oltre. Perché altre parole, se ci sono state, private sono e devono rimanere. I ricordi, invece, possono essere pubblici: «Simone ha 30 anni, l’età, più o meno, di De Rossi e di Bovo. È più piccolo di Aquilani, ma il periodo più o meno è quello. Mi ricordo gli esordi alla Geloittica, me lo ricordo quando adolescente si allenava qui con questi capelli biondi e, ripeto, mi ha fatto davvero piacere rivederlo. Le altre chiacchiere le lascio ad altri». Non certo a Farina, che in questi mesi così complicati ha sempre mantenuto testa alta e atteggiamenti da ragazzo normale. Un calciatore che, dicono, «abbia ancora voglia di tirare calci a un pallone» e che avrebbe fatto a meno di questa inattesa popolarità. Qualche giorno fa è andato a Coverciano su invito di Cesare Prandelli: «Giornata peggiore per venire qua non poteva esserci – ha spiegato rammaricato – è stato difficile anche per me». Era il giorno dell’avviso di garanzia a Criscito e dell’esclusione dagli Europei. Pensava, Farina, che fosse una visita di tutt’altro genere. Pochi sorrisi per lui. Gli unici li ha riservati a Daniele De Rossi, ricordando insieme i tempi di Trigoria.

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