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IL ROMANISTA “Anche Buffon scommetteva”

Gigi Buffon

(B. De Vecchi) – Un corposo giro di denaro, quattordici assegni di diverso taglio – andavano dai 50mila ai 200mila euro – per un valore complessivo di 1.585.000 euro, che la Procura di Torino sospetta siano serviti per scommettere. Un’attività, questa, per ovvi motivi vietata dai regolamenti federali. All’indomani della sparata pubblica contro i blitz della magistratura, Gigi Buffonfinisce nei guai. Il portiere della Nazionale non è indagato da alcuna Procura, per ora nemmeno da quella della Figc, ma prima o poi dovrà spiegare perché spediva queste somme a un tabaccaio di Parma abilitato alle scommesse. Tutto ha origine da un’informativa della Guardia di Finanza. La data è quella del 13 giugno 2011. Un anno fa. Il documento è allegato a una lettera che il pm di Torino, Cesare Parodi, spedisce alla Procura di Cremona. Ma perché? Semplice. Perché nella prima fase delle indagini su Scommessopoli, quella che poi porterà al -6 dell’Atalanta tanto per capirci, esce il nome del portiere della Juve. Nella lettera, Torino chiede a Cremona di fargli avere tutto il materiale raccolto su Buffon «in quanto questo ufficio ha in corso accertamenti al riguardo, relativi ad ingenti somme di denaro che lo stesso Buffon avrebbe utilizzato per scommesse presentate, avvalendosi di soggetti terzi».Nell’informativa, invece, le Fiamme Gialle di Torino scrivono che è arrivata una «segnalazione di operazioni sospette» su Buffon. Dagli accertamenti svolti da una banca e inviati proprio alla Finanza, si legge nell’informativa, emerge che «un conto corrente intestato a Buffon Gianluigi ha registrato un’anomala movimentazione caratterizzata dall’emissione, nel periodo gennaio 2010-settembre 2010 di 14 assegni bancari, di importi tondi compresi tra 50mila e 200mila euro, per un totale di 1.585.000 euro, tutti a favore di Massimo Alfieri, titolare di tabaccheria a Parma, abilitata, tra l’altro, alle scommesse calcistiche». La banca interessata, comunque, chiede conto della insolita movimentazione al legale del portiere juventino, Marco Valerio Corini. L’avvocato, si legge sempre nell’informativa, «a tutela della privacy del suo assistito, non ha voluto dettagliare le ragioni dell’operatività segnalata. Lo stesso – riporta il documento delle Fiamme Gialle – si è limitato a descrivere il beneficiario degli assegni, come persona di assoluta fiducia, spiegando che i trasferimenti di liquidità sono volti a tutelare parte del patrimonio personale di Buffon». La banca però non gli crede. Lo dice la Guardia di Finanza nell’informativa: l’istituto di credito «ipotizza che le liquidità possano essere oggetto di scommesse vietate». Lo prevede l’articolo 6 del Codice di Giustizia Sportiva: «Ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o per interposta persona». La Juve ha reagito con stizza. «È sicuramente singolare che questa informativa esca oggi», ha commentato su lastampa.it il presidente bianconero Andrea Agnelli. «Gigi Buffon – ha continuato – è un atleta assolutamente leale e non ha bisogno di arrivare a situazioni di scommesse per fare quadrare nulla»

 

 

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