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IL MESSAGGERO “Luis è un grande, deve rimanere”

Luis Enrique

(M. FERRETTI) – E, alla fine, lui e Daniele De Rossi, entrambi mano nella mano con le proprie figlie, si sono presentati sotto la Sud per salutare la gente romanista. Stavolta applausi, niente fischi come accaduto al termine della partita contro il Napoli. Almeno per loro due. La partita era finita da parecchi minuti e prima di imboccare la strada verso la curva, Francesco Totti s’era divertito a vedere giocare Chanel, e tutti gli altri bambini dei suoi compagni, sul prato verde dell’Olimpico. Rilassato, non sereno.
Dopo aver sbagliato un calcio di rigore, il capitano della Roma ha cominciato a bombardare la porta difesa dall’ex laziale Carrizo e, alla fine, ha chiuso la serata con un’altra doppietta, che non è servita alla Roma per vincere la partita ma che ha consentito a lui di salire a quota 215 reti, cioè ad una sola lunghezza da Josè Altafini nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi della massima serie. Una doppietta (8 reti il bottino stagionale, 270 gol quello complessivo in carriera) nella notte della sua partita numero 500 in campionato e del bacio regalato a Giorgio Rossi prima del fischio d’avvio di Peruzzo. Due reti che non l’hanno reso felice al cento per cento («Se non abbiamo vinto è colpa mia»), ma che non resteranno a tinte grigie nella sua almanacco. «Purtroppo la vittoria non è arrivata per demerito mio. La colpa è quasi tutta mia, per il rigore sbagliato sullo zeroazero. Stavolta era importante vincere, i miei due gol non servono a niente. I tre punti erano più importanti dei miei gol», dice Totti con una punta di amarezza.
E ancora, parlando (probabilmente) a nome di tutta la squadra. «Il futuro di Luis Enrique? Io spero che rimanga con noi perché è un grande allenatore. Tutta lo spogliatoio è con lui perché lui è uno che dà il massimo. Io spero possa rimanere, ha un grande futuro. Il primo anno, qui a Roma, è stato più o meno difficile per tutti, quindi io credo che lui debba avere la possibilità di lavorare un altro anno con noi. Se lo merita, anche perché è molto attaccato a questa squadra e ai nostri colori». Se fosse per il capitano della Roma, insomma, non dovrebbero esserci dubbi sul nome dell’allenatore della squadra per la prossima stagione. La parola, a questo punto, passa a Luis, che ieri sera ha ancora glissato rinviando tutto alla fine del campionato.
Di nuovo Totti. «Questo punto non ci serve quasi a niente, perchè il cammino verso l’Europa è stato abbondantemente compromesso in passato. L’aritmetica ancora non ci condanna e per questo cercheremo fino all’ultimo secondo di arrivare in Europa League. Il cammino, lo ripeto, è molto complicato ma abbiamo il dovere e la possibilità di provarci. Purtroppo anche stavolta la squadra ha palesato una certa fragilità difensiva, ma la colpa in questi casi è anche degli attaccanti che non pressano a dovere i difensori della squadra avversaria. Questo vuol dire che non ci mettiamo bene in campo, tutto qua», il virgolettato di Totti.

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