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CONFERENZA STAMPA Luis Enrique: “E’ stato bellissimo essere l’allenatore della Roma. Vado via perchè sono stanco, il prossimo anno non allenerò” (VIDEO! FOTO!)

Luis Enrique

Questa mattina, a Trigoria, il tecnico Luis Enrique ha incontrato i giornalisti nell’ultima conferenza stampa, alla vigilia della gara del Manuzzi contro il Cesena. Prima di iniziare a rispondere alle domande dei giornalisti, il tecnico asturiano ha deciso di spiegare lui, in un breve monologo “con il cuore”, i motivi del suo addio e ciò che ha detto ai calciatori:

“Inizio con una piccola critica, oggi è l’ultimo giorno e non voglio arrabbiarmi. Due giorni fa ho fatto una riunione con la squadra per dire cosa pensavo, cosa sentivo. E’ stata una cosa bellissima, ho fatto un saluto ai calciatori parlando in spagnolo, perchè volevo parlare con il cuore con il cuore. La critica va a quanto dopo è uscito sulla stampa, per quello che ho sentito dire. Quello che la stampa ha scritto su ciò che avrei detto ai calciatori è una bugia, quasi tutto. Questo è un bel posto, ma è un posto in cui c’è bisogno di un pò più di aiuto. E lo dico per chi verrà dopo di me. Per me è stato un grandissimo piacere essere allenatore di questa squadra, mai mi sono pentito di venire qui. La mia famiglia è stata felice di essere qui. Sono stato io a dover convincere loro ad andare via, erano convinti che sarei rimasto. Io ho avuto il rispetto di tutti i tifosi per la strada. Me ne vado perchè sono molto stanco, ho dato il 100% in questa stagione. So che non mi basterà l’estate per recuperare la forza e quindi non posso darla alla squadra. Il prossimo anno non allenerò sicuro. Devo recuperare. Sono molto passionale, è stata un’avventura, voi l’avete chiamata progetto, parola di cui siamo stanchi. Per me è stata un’avventura bellissima, ho speso tutta la mia energia. Questa squadra è migliorata per me tantissimo, non per quanto riguarda i risultati, ma i ragazzi si sono impegnati. Ringrazio i ragazzi perchè si sono messi in quello che pensavo e lo hanno fatto perchè sono riuscito a convincerli. Sicuramente ci sono tifosi che non capiscono quello che faccio, ma l’ho sempre detto: quando vedrò che o per la squadra o per la società o per  i tifosi sarò un peso me ne andrò. Auguro alla società ed ai tifosi, che sono stupendi, di raggiungere traguardi importanti e di essere squadra perchè se lo meritano. Chiedo scusa se a volte ho sbagliato, perchè ho la mia personalità e tutti possono sbagliare. Sono convinto che il calcio italiano possa arrivare lontano e deve migliorare. Anche io devo migliorare, in particolare la fase difensiva. Che dire…ringrazio tutti perchè è stata un’avventura bellissima”.

Che errori ha fatto?

“Tanti errori, tanti. Ogni partita cercavo di avvicinare i ragazzi nel modo migliore, poi loro hanno la loro personalità e devono interpretare i movimenti. Quando uno gioca è tutto diverso. Ho provato a facilitare il loro lavoro. Ci sono tante cose da migliorare. Sono talmente competitivo che ogni sconfitta è stata un dispiacere enorme, io voglio vincere ogni partita e allenamento. E’ giusto giudicare un allenatore per i risultati. I risultati sono questi, ma l’anno prossimo avrei fatto sicuramente quel che ho fatto. Continuo ad essere convinto di una certa idea di calcio”.

In questo sogno spezzato, ha influito la paura di arrivare fino in fondo? Con Totti che rapporto è stato?

“Ieri ho fatto una battuta a quelli del Tapiro d’Oro. Ho parlato così tanto di Francesco che me ne sto innamorando, mia moglie è gelosa. E’ stato molto speciale, dall’inizio ho avuto una bellissima sensazione con lui. A inizio allenamento dopo un esclusione gli ho detto che non avevo nessunissima guerra con lui, anzi. E’ stato un piacere con Francesco, è un campione. Rimarrò qua a Roma 2-3-4 mesi in più per conoscere la città, non ho nessuna paura. Il tifo l’ho visto sempre fiducioso, tante volte non gli piace quello che vede, ma il mio problema è solo di stanchezza. Non penso di recuperare la forza questa estate. Per me questo lavoro è una passione, forse devo pensare in un modo diverso ma sono fatto così ma preferisco un anno così intenso piuttosto che tre piano piano”.

In Spagna ha vinto un portoghese, in Inghilterra sta vincendo un italiano. In Italia lei e Mihajlovic eravate gli unici due stranieri: il primo è stato esonerato e lei si è dimesso. Che ne pensa?

“Gli allenatori italiano non sono nè più bravi nè più cattivi degli altri. Non è stato così difficile così come la vedete. E’ stata una stagione tosta, ma ci sono squadre italiane come Juventus e Milan, Udinese, che hanno giocato bene. E sono stato trattato in modo incredibile dai miei colleghi, sono stati gentilissimi, mi hanno fatto i complimenti sia quelli che mi battevano che quelli che perdevano. E’ stato un piacere a Coverciano nell’incontro. Ieri quando sono tornato a casa con il Tapiro i miei figli mi hanno chiesto cosa fosse e io: “Il premio per l’allenatore più bravo della Serie A”.

L’ambiente a Roma crea ulteriori difficoltà?

“No, io sto qui, ho cercato di fare il mio lavoro, so che questo mestiere è giudicato da tutti e deve essere così perchè rappresento una grande società, una grande città. Non ho nessun rimprovero da fare. E’ stato sempre un orgoglio allenare questa squadra. Per me non è una dimissione, è il momento giusto per andarmene così la società può prepararsi al meglio per il prossimo anno. Mai ho pensato di dimettermi dopo una sconfitta, c’era da stare con la squadra. Adesso tutto può riiniziare, non è un anno buttato al vento, la squadra è migliorata in questo anno, sia per i comportamenti nello spogliatoio che in campo. La squadra è più forte e responsabile. Io ho fatto i primi passi e continuerà il mio lavoro un’altra persona che avrà la forza che a me mancherà”.

Cosa farà nella sua vita professionale? A Roma non le è mancato nulla, ha avuto appoggio totale. Le critiche non sono state esagerate. In un quadro così, come fa a tirarsi indietro? Poi aveva detto che non era sicura la sua decisione…

“Prima di essere un allenatore sono una persona, così come i calciatori. Mi dispiace che a voi dispiace. Adesso sono arrabbiati che io vada via…”.

Se fosse stato centrato l’obiettivo europeo sarebbe andato via?

“Ogni sconfitta fa male, alla società, ai tifosi e a me. Se avessimo centrato il terzo posto non lo so. La realtà è questa, e questa è la mia decisione”.

Che consigli vuole dare a chi verrà dopo per non stancarsi?

“Non penso di dover dare consigli, di sicuro la società prenderà l’allenatore giusto. Solo chiedo pazienza per loro e un pò di tranquillità per ottenere quel che si può ottenere, ma di sicuro non nelle prime dieci partite”.

Perchè la sua idea di calcio si è fermata a Bologna-Roma? Pensa di aver fallito a livello tecnico?

“Bologna-Roma è stata una bella partita, ne abbiamo fatte altre di livello alto. Si può giocare un bel calcio. Quando uno dà il suo 100% non è un fallimento, non lo dirò mai. E’ stata una stagione strana, difficile senza nessun dubbio”.

Lei è l’unico a pagare per questa stagione

“Non la vedo così, è un mio sentire personale. Non sono arrabbiato e non devo pagare. Non bisogna cercare il colpevole, qui la Roma deve migliorare e dare tante soddisfazioni nel futuro prossimo”.

Che eredità lascia a Roma?

“Mai ho pensato di lasciare un segno, cerco di fare il mio lavoro, se poi qualcuno riceve qualcosa di mio fantastico. Non so chi sarà il prossimo allenatore, ma avrà la sua idea e se potrò aiutare la Roma sarà bellissimo. Non mi preoccupa se si parlerà di me, voglio che si dia al prossimo allenatore lo stesso appoggio che è stato dato a me”.

L’Italia è un capitolo chiuso?

“No, mi piace tantissimo l’Italia. Non sarò ‘italianizzato’ sul piano calcistico, ma mi piace, Roma tantissimo. Se può essere vincente il mio calcio qui? Sicuro che può esserlo, ma non ho nessun sentimento di rivincita. Riprovarci? Chi lo sa, meglio recuperare un pò. Grazie di tutto. Forza Roma”.

 

Redazione GazzettaGialloRossa.it

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