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REPUBBLICA.IT “Io sono il colpevole ma non mi dimetto”

Luis Enrique

Luis Enrique, dopo le mezze frasi dei giorni scorsi, si assume le proprie responsabilità ma non parla di dimissioni: “Solo quando non mi seguirà o me lo chiederà la società”. Quindi una difesa forte dei giovani: “Tanti grandi giocatori a 20 anni facevano le riserve, lasciamoli in pace”
Al silenzio dei giorni scorsi, con frasi che lasciavano trapelare una sorta di rassegnazione, segue un Luis Enrique che ritrova la solita grinta in vista della gara con l’Udinese, ennesimo tramolino per un rilancio che per ora si è sempre interrotto sul più bello: “Lasciate in pace i giocatori, il colpevole sono io, ma solo quando vedrò la squadra che non mi segue o la società penserà che non sono la persona giusta andrò via, ma non dimetto, sono tutte cavolate”.  “Quando devo parlare con Baldini o con Sabatini lo faccio in privato. Non sento le dichiarazioni. Giocatori sopravvalutati? Voi volete una lotta, ma io no, voglio solo lavorare e lo farò fino a fine anno cercando di migliorare la squadra. Sono però orgoglioso dei miei calciatori, per come si comportano e per come si allenano. Ho visto sulle loro facce la delusione dopo le tante sconfitte. La Champions League? Ho ancora l’illusione di arrivare al terzo posto. Ma la classifica dice che siamo sesti adesso”. Luis Enrique non pensa al suo futuro (“Il giorno che vedrò che la mia squadra non mi segue non sarò qui”), gli preme difendere i suoi ragazzi: “Tanti grandi giocatori a 20 anni facevano le riserve. Molti di loro stanno facendo un lavoro importantissimo e saranno un potenziale grandissimo per la Roma, con ogni allenatore. Ma se volete massacrarli… il colpevole sono io. Lasciamo in pace i giovani e i calciatori più esperti: smettetela di raccontare certe bugie, che litigano nello spogliatoio. Lasciateli lavorare in pace. Questi ragazzi si comportano come professionisti, in modo ottimo e a testa alta. A me interessa la partita di domani, questa squadra ha sempre reagito e i giocatori si sono sempre dimostrati uomini”.

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