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LA PARTITA DELLA SUD “A volte il silenzio fa troppo rumore…”

La Sud in silenzio

“A volte il silenzio fa troppo rumore” scriveva Antonio Pistarà in un suo romanzo. E proprio nel segno del silenzio è iniziata la sfida tra Roma e Novara. Un silenzio assordante e che, a volte, vale più di mille parole. Un silenzio surreale e di protesta contro chi, domenica dopo domenica, vuole eliminare la parte più bella e sana del calcio, troppo spesso tacciata di essere malata e violenta, perchè scomoda a chi sta in alto. Quella parte del calcio fatta di passione ed amore verso una squadra, verso dei colori che per molti vengono prima della mamma, prima del papà e della fidanzata…prima di tutto. Una parte del calcio lontana da giochi di potere e corruzione. E visto che molto spesso le proteste rumorose vengono mal viste da chi vorrebbe eliminarci, la Sud oggi ha scelto la via più nobile per manifestare il proprio dissenso: il silenzio. Un silenzio che ha scandito i primi 20′ minuti di partita, in cui tutto lo stadio si è reso conto che senza la voce della curva nulla ha senso. Perchè senza tifo le 11 maglie in campo restano delle semplici maglie cucite a macchina da una qualsiasi fabbrica orientale. Il tifo con la sua magia riesce a dar vita a quelle maglie, riesce a dargli un senso…quel senso che forse in pochi riescono a capire. Forse solo chi ci sta dentro puo’ capirlo. Ma quello che chi dall’alto oggi ci osservava doveva capire l’ha capito eccome: quando al 18′ minuto del primo tempo le bandiere sono tornate a sventolare e la Sud è tornata a ruggire, ribaltando il risultato e dando senso ad una domenica mattina che un senso non ce l’aveva, visto che la mattina si dorme. Una curva assonnata ma bella,  che nei momenti più difficili non si fa pregare due volte e mette in mostra la sua forza, compattandosi e facendo vedere al mondo intero come si fa tifa. Al mondo intero si, ma in particolar modo a chi con i suoi “giochini” vorrebbe elevarsi infangando il nome della Roma. A costoro la Sud ha risposto forte e chiaro: “Chi tocca l’A.S.Roma muore!”. Perchè la Roma è sacra e nessuno ha il diritto di toccarla. La Roma è roba nostra. Come nostra è quella libertà che stretti ci teniamo e per la quale combattiamo, resistendo a tesseramenti e schedature. E la Sud oggi, con il suo grido incessante lo ha mostrato, spingendo in rete la palla per ben cinque volte e dando l’ennesima lezione di tifo e superiorità. “Finché ci sarà solo un bambino che sventolerà una bandiera, ci sarà il Commando Ultrà – scriveva Roberto Stracca – è  un vento, e chi può fermare il vento?”…ostinatamente Curva Sud Roma!

A cura di Edwin Iacobacci

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