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GAZZETTA DELLO SPORT Super Marq, il piede sinistro con cui la Roma entrerà in Europa

Marquinho esulta dopo il gol

(A. Catapano) – Sarà una settimana lunga, lunghissima per la Roma. Pensare di percorrerla con le falcate di Marquinho può dare, ora, un po’ di leggerezza tra tanto dolore e, tra qualche giorno, una marcia in più per affrontare il tour de force che attende i giallorossi: Fiorentina, Juventus, Napoli e Chievo. Quattro sfide che daranno un senso alla stagione romanista, racchiuse in un fazzoletto di giorni, dal 22 aprile al 1° maggio, ammesso che il calendario della Serie A non verrà stravolto nelle prossime ore. Quattro sfide da vivere tutte di un fiato, di corsa, senza potersi permettere pause: ne va del piazzamento finale, della qualificazione o meno ad una competizione europea, del destino di Luis Enrique e di larga parte della squadra, tra intoccabili, rivedibili, precari ed esodati.

Missione impossibile? Sarebbe stato il momento della verità per Marco Antonio de Mattos Filho, detto Marquinho. Lui, arrivato a gennaio dal Fluminense tra lo scetticismo generale, con uno scudetto in bacheca ma senza avere un curriculum irresistibile, pareva destinato a ballare tra la condizione di precario e quella di rivedibile, ma con un pacchetto di partite troppo piccolo per farsi notare, rivedere, ingaggiare. Sembrava una missione impossibile: convincere Luis Enrique, Walter Sabatini, la Roma tutta in cinque mesi. Convincerli che vale la pena tirare fuori quattro milioni e mezzo di euro per acquistarlo dal Fluminense in via definitiva. Insomma, per farne l’ennesimo brasiliano trapiantato a Roma.
Già fatto! La notizia, clamorosa, è che Marquinho ha già conquistato tutti e tutto: allenatore, compagni, dirigenti, fiducia, stima, futuro. Un futuro giallorosso, col posto fisso, una casa sicura. A meno di clamorosi dietrofront, il riscatto dal Fluminense è già stato deciso. A Marquinho sono bastati poco meno di due mesi — tanto è trascorso dal giorno dell’esordio contro il Parma, 19 febbraio —, otto partite, ma solo quattro per intero, e due gran gol di testa. Tutto sommato e frullato, ne viene fuori un personaggio in ascesa, uno dei volti puliti e felici della Roma ispanoamericana, magari davvero la marcia in più per avvicinare l’Europa, possibilmente quella che conta. Intanto, voti sempre sopra la sufficienza per Marquinho. Applausi dai tifosi. Complimenti ripetuti da Luis Enrique. Gli ultimi, di due giorni fa, sono stati illuminanti per chiarezza e generosità. «Sta andando oltre le aspettative, è stato un grande acquisto. Salta l’uomo, verticalizza, attacca lo spazio. E poi calcia benissimo, vedrete quanti gol farà col sinistro. Fin qui ha segnato due reti di testa, presto conoscerete i suoi tiri da lontano». Veloci e potenti come il suo inserimento nella Roma e nel calcio italiano. Marquinho è partito da lontano, ma ha già scalzato dalle gerarchie i compagni di reparto. Se si fosse giocato con la Fiorentina, anche con De Rossi a centrocampo, lui sarebbe sceso in campo dall’inizio, togliendo il posto a Gago o Pjanic. Niente male, no?
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