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AS ROMA Luis Enrique sbatte i pugni

Luis Enrique

Caos Roma: “Non sono eterno non vi preoccupate – ironizza il tecnico -. Terzo posto? L’obiettivo è l’Europa”. Baldini: “Fin che sarò io a decidere, Luis resta anche nella prossima stagione”. De Rossi: “Allenatore bravo ma sfortunato”.

“State tranquilli, manca un giorno in meno a quando andrò via”. Mentre fuori dall’Olimpico scatta la dura contestazione dei tifosi, il tecnico della Roma Luis Enrique sbatte i pugni sul tavolo della sala stampa dove risponde alle domande sulla sconfitta contro la Fiorentina che allontana quasi definitivamente le speranze dei giallorossi di raggiungere la zona Champions. Ha già deciso il suo futuro? “No, non ho deciso, non è il momento di fuggire. È il momento di pensare alla squadra e alla prossima partita con il Napoli”. Ma intanto dopo 15 anni la Roma rischia di rimanere fuori dall’Europa: “Mamma mia lo so – sbotta Luis Enrique – non sono eterno non vi preoccupate, per fortuna per voi. Non ho mai parlato di progetto, sono venuto a fare il mio lavoro. È il momento adesso di essere con la mia squadra, se non vi piace non me ne frega niente. L’allenatore della Roma domani si alza alle 9 per cercare di far la partita con il Napoli”. Pensa di andare via? “La situazione è difficile, la squadra ha sofferto fin dall’inizio, non è scesa in campo. La tifoseria è stata incredibile anche oggi. È una giornata difficile per un allenatore per i calciatori e la società. Ma non succede nulla, dobbiamo fare il massimo nelle ultime partite”. La tifoseria ha perso la pazienza? “Fanno bene ad averla persa. Tranquillo che è un giorno di meno affinché io vada via, tranquilli, se è quello che volete vado via. Ma il mio pensiero è di giocare le ultime partite per cercare di ottenere gli obiettivi”.

AMAREZZA — “Se c’è un responsabile quello sono io. Terzo posto? L’obiettivo è che la Roma possa giocare le competizione europee il prossimo anno – dice lo spagnolo – ma dopo una sconfitta così è difficile”. Sulle contestazioni dell’Olimpico: “Credo che sia normale la delusione dei tifosi, quando i risultati non arrivano. Oggi siamo stati puniti da un primo tempo cattivo, poi ci eravamo rifatti ma siamo stati sconfitti da un gol nel finale. È una sfortuna che ci portiamo appresso da tutta la stagione. Ora l’obiettivo non è distruggere ma essere il più competitivi possibile nelle quattro partite che mancano per portare la Roma in Europa”. Luis Enrique riconosce che “l’ambiente non ci ha messo né paura né fretta per il risultati. I tifosi sono stati bravissimi”.

CAMBI AZZECCATI — “Ho sempre detto che il giorno in cui l’allenatore diventa un problema, è un giorno difficile per tutti. Posso capire questa tristezza perché abbiamo fatto partite molto lontane dal livello di gioco che ci appartiene”. Contro la Fiorentina i giallorossi hanno pagato soprattutto una falsa partenza: “È difficile giocare quando la squadra può perdere facilmente fiducia. Nel primo tempo non siamo stati al meglio, ho operato dei cambi e nella ripresa la squadra è stata al livello altissimo che deve avere. Il pubblico è stato immenso, sarebbe stato bellissmo vincere questa partita ma la fortuna non ci ha mai sostenuto in questa stagione”.

ESAME DI MATURITA’ — La Roma, ancora una volta, fallisce un esame di maturità, un’occasione ghiotta per rilanciarsi nella lotta per il terzo posto: “Quando la situazione era difficile la squadra ha fatto bene, quando dovevamo l’ultimo passo per entrare veramente nella lotta per la Champions non è stata all’altezza. Capiamo la tristezza dei tifosi e cercare soluzioni dopo una sconfitta come questa è difficile anche per me”. Di certo, la Roma cambia i suoi piani per questo finale di campionato: “L’obiettivo è chiaro, cercare un posto in Europa League per permettere alla Roma di giocare in Europa. Sarà difficile, sconfitte come queste fanno male, ma ci proveremo”.

DIFESA BALDINI — “Fin quando sarò autorizzato a prendere delle decisioni, sarà una scelta solo sua restare o andare via. E se la proprietà americana, che ha in mano il mio contratto, mi autorizzerà, Luis Enrique sarà l’allenatore della Roma anche l’anno prossimo”. Il direttore generale, Franco Baldini, si schiera al fianco del tecnico spagnolo, oggetto, come tutta la squadra, della contestazione dei tifosi giallorossi. “È molto triste per le due sconfitte consecutive – spiega Baldini – e ha la delusione di un uomo di sport che ha perso punti importanti per la Champions League. Da parte nostra non ci sono mai stati dubbi sulla bontà ed il valore di questo allenatore, ho più dubbi su di me… È un percorso che ho programmato sin dall’inizio, compresa la scelta degli uomini, perché se c’è un responsabile di questa situazione sono io, non Luis Enrique”. Il dirigente giallorosso non nasconde che “ci sono stati tanti errori e ne parliamo tra noi ogni giorno. Mi prendo la responsabilità di quello che viene percepito come un fallimento, la fine del progetto: ho detto più volte che ci aspettavamo un campionato così, poi diverse volte abbiamo avuto l’occasione, sempre mancata, per il salto di qualità che ci permettesse di concorrere per il terzo posto. La società si è formalmente costituita il 18 agosto e il nostro primo errore è aver fatto la squadra negli ultimi giorni in maniera caotica, senza scegliere i giocatori più idonei per fare un certo gioco. La squadra però ha valori caratteriali importanti e anche oggi, nel secondo tempo e grazie all’apporto dei nostri tifosi, che adesso giustamente protestano, si sono visti”.

DE ROSSI — “Penso che Luis Enrique sia uno dei più bravi. Mi hanno allenato anche Capello, Lippi, Spalletti, non è che mi ha allenato ‘pizza e fichi’. Lo reputo uno che ti insegna a giocare a pallone, non uno che ti butta in campo e come va va. Almeno ci prova. Non so se sia il più bravo, ma sicuramente è il più sfortunato, non gliene gira una giusta”. L’attestato di stima al tecnico arriva da Daniele De Rossi. “È una situazione difficile.- continua il giallorosso parlando della contestazione dei tifosi -. Un po’ ce l’aspettavamo, i risultati sono quelli che sono. Durante l’anno c’è sempre stata parecchia pazienza, ma prima o poi, per com’è fatto il calcio qui in Italia, è normale che i tifosi si facciano sentire. La curva ha cantato per 90 minuti, ma se ci lamentassimo anche di questo, saremmo dei matti. Fare il paragone con il Barcellona è assurdo. Parti carico dentro gli spogliatoi, carichi la partita a palla perché sai che la Lazio ha perso, dopo un minuto stai sotto. Mille scusanti, può starci il caldo, una squadra che si è chiusa bene, ma non è quello il nostro problema”. La Roma è settima, fuori anche dall’Europa League. “Luis Enrique, noi giocatori, la società abbiamo delle responsabilità, non si può accollare tutto alla sfortuna – continua De Rossi -. La squadra è come se si fosse fermata a un certo punto. C’è stato qualche piccolo correttivo. A novembre-dicembre avevamo fatto passi notevoli dal punto di vista della crescita”. Convinti del progetto? “Trovo una squadra giù, non voglio dire distrutta, ma nello spogliatoio oggi era veramente dispiaciuta. Credo ci siano grande fiducia e rispetto nell’allenatore, non sono il portavoce di nessuno, io lavoro per la Roma e se mi dite che prendiamo un altro allenatore che ci fa vincere lo scudetto, io faccio di tutto per mandare via Luis Enrique, ma non penso che sia quello il problema”.

Fonte: Gazzetta.it

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