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IL ROMANISTA. Erik meglio di Alì e Conti A 19 anni i grandi ancora balbettavano

Erik Lamela

(M.Izzi) – Occorre mettersi l’anima in pace, siamo tutti a favore dei giovani… A condizione che si comportino da veterani. Ad essere discusso, in questi giorni,tocca ad Erik Lamela, domani a qualcun altro.

E’ così in tutto il mondo, non centra nulla l’ambiente e a dire il vero non centra nemmeno lo sport. Vogliamo parlare di pugilato? Quando Cassius Clay aveva solo pochi mesi meno diErik Lamela, stava per perdere la possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Roma perché aveva paura di volare. Quello che è certo, nei giovani, è che sono un libro non ancora scritto, crescono e mettono a frutto le proprie qualità. Clay alla fine, l’aereo per Roma lo prese, riportando negli States la medaglia d’oro olimpica. Bisogna avere pazienza, cercare di razionalizzare, ma la realtà è che di pazienza per i giovani ce n’è sempre stata pochina. Ricordate dov’ era Giuseppe Giannini a 19 anni? No? Vi servo subito. Dopo aver debuttato in serie A, a 18 anni, Nils Liedholm aveva dovuto rispedirlo in fretta e furia in Primavera per evitare che si bruciasse. Il suo debutto era coinciso con la sconfitta interna contro il Cesena e con un mare di polemiche che avrebbero scosso anche un veterano. Nel febbraio 1983, mentre la Roma procedeva a passo di carica verso il suo secondo scudetto, Giannini era al Torneo di Viareggio, assieme a Di Carlo, Baldieri, Righetti, Di Mauro, era tornato a respirare l’aria delle giovanili. Vogliamo parlare di Bruno Conti? A 19 anni aveva al suo attivo… 1 presenza in serie A… (…)

Volendo proprio essere drastico, potrei anche parlare della storia di Ginulfi. Si tratta senza nessun’ombra di dubbio di uno dei portieri più affidabili della storia della Roma, 13 anni in prima squadra (solo Masetti e Tancredi, per capirci, sono arrivati a tanto). Ebbene Ginulfi, all’età di 27 anni passati, aveva disputato una ventina di partite in serie A, meno di quelle che Lamela si troverà nel curriculum alla fine di questa annata. Un caso limite… anche un caso amaro, sta bene, ma soprattutto un caso vero. Si può pensarla come si vuole (e ci mancherebbe altro), ma non tiriamo fuori la storia del carattere, altrimenti vi faccio vedere cosa faceva Fabio Capello a 19 anni. Don Fabio, l’uomo che il carattere può venderlo con il carretto nelle fiere di paese, stava per approdare alla Spal… per 2 milioni di lire. E’ vero, questo sì, che su di lui aveva messo gli occhi anche Gipo Viani. Il Mister si presentò a parlare con papà Guerrino e gli disse, né più, né meno: «Vorrei dirle che lei non era nella sua piena facoltà mentale quando ha firmato il contratto con la Spal. Suo figlio è un grande talento, ha un tesoro tra i piedi. Lo porto al Milan, assicuro il conto in banca a suo figlio e alla sua famiglia, e siamo tutti contenti». Papà Guerrino spiegò a Viani che non aveva firmato nessun contratto, ma che aveva dato la sua parola, il che equivaleva a un contratto… Conto in banca o no. Anche perché se suo figlio aveva veramente tutto quel talento, alla fine sarebbe arrivato comunque, era solo una questione di tempo. Capello continua a non essermi simpatico, suo papà Guerrino, invece, decisamente si.

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