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Luis Enrique: Giusto così

Luis Enrique

(B. Devecchi)«Dispiace perché dovremo fare un’altra trasferta. Ma ho chiesto la sospensione perché c’era il rischio di infortunarsi. Il secondo tempo era quasi impossibile giocare, è stato un peccato perché era una partita interessante e aperta». Luis Enrique si sbracciava da parecchio nel secondo tempo. Chiedeva di fermare la partita. Tagliavento alla fine lo ha accontentato, anche se Taddei – che con l’uscita prima di De Rossi, e poi di Totti, indossava la fascia di capitano – sembrava intenzionato a voler proseguire. «Nella zona di Rodrigo si poteva giocare, ma nel resto del campo no», lo giustifica il tecnico. «Per lo spettacolo, pensiamo tutti che sia meglio riprendere in un altro momento». Lo pensano tutti. Anche Montella e il suo Catania. «Insistevamo a giocare per vie centrali con un Catania chiuso nella sua metà campo. Questa era una partita in cui si poteva migliorare, ma purtroppo la pioggia ha fatto sì che non si potesse giocare», dice il tecnico asturiano. Luis Enrique aveva preparato la stessa partita di sempre, anche se la Roma non è parsa quella di sempre. «A volte è più facile andare sulla fascia. Ma a volte tutto quello che hai preparato diventa difficile. Nell’intervallo ho detto chiaramente che così non andava bene e che avremmo dovuto cambiare tantissimo».Il gol subìto è scaturito da un calcio piazzato: «Non è colpa solo del calciatore che ha preso il blocco – commenta l’allenatore della Roma – ma anche dell’altro difensore. Comunque, dopo quattro minuti il gol lo abbiamo fatto noi su calcio piazzato. Il calcio è così. In un secondo si può perdere tutto». La difesa giallorossa si è spesso trovata in difficoltà. Qualche volta, Kjaer e Juan si sono trovati uno contro uno con gli avanti catanesi. «Questa partita – dice Luis – sembrava alla nostra altezza. Il possesso palla era nostro, ma abbiamo preso tante ripartenze, così non si vince a Catania ma nemmeno con le altre squadre. Dobbiamo essere più intelligenti. Se ci sono sei o sette calciatori davanti al pallone e non si passa la palla, diventa tutto più difficile. Nella prima parte abbiamo fatto tantissimi errori e al riposo ho detto alla squadra che così era impossibile vincere. Siamo stati fortunati a finire il primo tempo in pareggio». De Rossi, preso come al solito di mira dai tifosi (?) catanesi con insulti a ripetizione, si è tolto la maglia per esultare dopo il gol dell’1-1. Un gesto che gli è costato il giallo, anche se non la partita con il Cesena (perché la gara con il Catania deve ancora terminare): Daniele era diffidato. «Quell’esultanza? Magari ha rinnovato – dice sorridendo Lucho – e non ha detto niente. Magari è quello». Il tecnico scherza, ma chissà… Luis Enrique spiega così i cambi delle due bandiere romaniste, Totti e De Rossi: «Daniele aveva problemi fisici, già mercoledì non aveva giocato. Francesco era alla sesta partita in sei giorni, il campo sembrava più una piscina che un campo e ho pensato che era meglio levarlo ». Questione mercato. Per Luis Enrique, non c’è bisogno di intervenire a gennaio. «Sono contento della rosa, ma la società deve essere sempre pronta ad andare sul mercato. Però non c’è la fretta che c’era in estate». Nemmeno per prendere un difensore? «A me piacciono Kjaer, Burdisso, Juan, Cassetti. Mi piacciono tutti…».

 

 

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