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GAZZETTA DELLO SPORT. Bojan e Kjaer, che flop. Ora la Roma s’interroga

Bojan Krkic

(A. Catapano)Errori grossolani, passaggi a vuoto, occhi bassi. Più che un mental coach da villaggio vacanze, a Trigoria forse servirebbe uno psicologo con tutti i crismi. Luis Enrique si farà un’altra risata. Ha già respinto al mittente gran parte delle accuse rivolte alla sua Roma, mangiata dalla Juventus ed eliminata dalla Coppa Italia: approccio sbagliato alla partita, mancanza di personalità, sudditanza psicologica dei più giovani, spaventati dal tifo e travolti dagli avversari.

Ci sono o ci fanno? Ma allora come spiega le amnesie di Kjaer, la timidezza di Josè Angel e il terrore di Bojan? Sono i tre imputati principali della disfatta torinese. Così dannosi, o impalpabili, e da tempo ormai, che è lecito chiedersi: ci sono o ci fanno? È questo il livello reale delle loro prestazioni? Ci avevano illuso prima o stanno attraversando un momento di crisi ora? L’interrogativo vale soprattutto per Kjaer e Bojan, visti e apprezzati (soprattutto l’attaccante) su ben altri palcoscenici. Lui c’è Josè Angel, invece, pare proprio esserci, un calciatore normale. E infatti le sue partite da titolare si sono via via ridotte col passare dei mesi. E pazienza se il signor Alfredo Martinez, l’agente che ne cura gli interessi, se ne rammarichi. «Non capisco le critiche alle ultime prestazioni», ha detto ieri. Mentre lui, il buon Josè, ha dato un segno di esistenza in vita su Twitter, come al solito: «Ci dispiace per l’eliminazione, ma la squadra ha lottato molto. Ora pensiamo al Bologna».

A peso d’oro Simon Kjaer potrebbe pure evitare di pensarci. Luis Enrique avrà il coraggio di riproporlo? «Impresentabile», il termine più carino con cui ieri i tifosi hanno commentato la sua prestazione contro la Juventus. Possibile sia lo stesso Kjaer divenuto celebre a Palermo e comprato a peso d’oro dal Wolfsburg? Quello per cui la Roma ha messo in campo praticamente una manovra finanziaria: tre milioni di euro per il prestito, sette per il riscatto, altri «spiccioli» in caso di qualificazione alle coppe europee, stipendio da 3,6 milioni lordi più premi a lui. Luis Enrique lo considera il più forte centrale a sua disposizione, e i dirigenti sono d’accordo. Sono matti loro o siamo matti noi a rivedere in Kjaer un Matteo Ferrari biondo? Lui ieri si è confidato con una tv danese. «Partita dura per me, l’autogol non è stato un modo simpatico di chiuderla, ma non avrei potuto fare altro. Mi resta molto amaro in bocca, ma voglio guardare avanti. La Juventus ha vinto meritatamente, ma è stata anche fortunata».

Così piccolo… Bojan invece è rimasto in silenzio. Nemmeno un tweet dal folletto buono. Troppo buono. Chiellini accanto a lui pareva un drago. Si sa che il ragazzo è fragile, insicuro, e ha bisogno di fiducia intorno a sè. Probabilmente, ha solo bisogno di sbloccarsi. Ma il Bojan visto finora, che c’azzecca con quello di Barcellona? Luis Enrique, che lo ha voluto a tutti i costi, non ci vuole credere: «Possibile che abbia problemi di personalità uno che ha giocato una marea di partite davanti ai centomila del Camp Nou?». Magari può dargli una risposta il mental coach.

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