Scrivere ancora di Francesco Totti sarebbe troppo facile. Perché il cross che serve ad Osvaldo per il raddoppio giallorosso non è nient’altro che pura e semplice poesia. Il capitano prende palla sulla trequarti avversaria, si gira e con un tocco vellutato fa passare la palla in mezzo a due giocatori del Napoli. Il numero nove giallorosso non deve fare altro che spingere la palla in rete e zittire così tutto il San Paolo. E’ doveroso, invece, parlare di un giocatore che si può definire professionista come pochi altri, Fabio Simplicio, E pensare che non ha neanche partecipato al ritiro estivo di Brunico, lui, vero e proprio simbolo della Roma di Ranieri. Si è allenato da solo a Trigoria per tutta l’estate ma mai una polemica. La prima parte della stagione l’ha passata a guardarsi la partita in tribuna, ma mai una frase fuori posto. Poi gioca titolare per la prima volta in stagione contro l’Atalanta ed è autore di una partita splendida, con gol annesso. Poi di nuovo il buio. Altre partite in tribuna e pochissimi minuti nelle gambe. Fino a ieri. Luis Enrique gli concede un altro match dal primo minuto ma questa volta gli dice: “Oggi segni tu”. E Simplicio, che non delude mai, non ha deluso neanche questa volta. Prestazione maiuscola con inserimenti, recuperi, corsa e di nuovo il gol, il quarantesimo in carriera. Non male per uno che non fa l’attaccante ma il centrocampista. Ieri sera, però, al San Paolo non c’è stato solo Simplicio ma Tutta La Roma. Finalmente come la vuole Luis Enrique, che ha speziato la sua idea di calcio spagnolo con un po’ di pepe italiano. Non più uno sterile possesso palla ma verticalizzazioni veloci che spezzano le difese avversarie. Ne sanno qualcosa Campagnaro e Cannavaro. Non solo venti minuti di dominio ma novanta minuti di corsa e sudore. Trabajo e sudor. Ah, qualcuno ha trovato per caso il pallone di Hamsik in qualche vicolo di Napoli?
A cura di Noemi Pierini