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AS ROMA. Menichini: “Se la Roma non segna la colpa non è di Luis Enrique”

Luis Enrique

Le dichiarazioni di Leonardo Menichini rilasciate ai microfoni della trasmissione Vox Populi Romani:

Sul lavoro tattico e la gestione del gruppo da parte di Luis Enrique:
“Io seguo a distanza la Roma e non so esattamente quello che succede, però serve pazienza. Quando si cambiano gioco, allenatore, quando c’è un progetto nuovo, ci vuole la pazienza di saper aspettare e a Roma questa difficilmente c’è, perchè si vuole tutto e subito, mentre le cose hanno bisogno dei giusti tempi”

Sulle possibilità di adattare al nostro calcio questo tipo di gioco:
“Per le partite che ho potuto vedere, ho sempre notato un notevole possesso palla e buoni giocatori da gol. Quando si gioca così e si creano molte occasioni da gol il modulo non è fine a se stesso, anzi è produttivo, sta poi al calciatore buttarla dentro, se non fa gol l’allenatore non ha colpe, lui deve solo creare situazioni per mettere la squadra nelle condizioni di concludere”.

Sull’ incertezza delle formazioni e sulla confusione tattica:
“Io difendo e rispetto sempre gli allenatori. Loro stanno tutti i giorni sul campo con i ragazzi, li hanno sotto i loro occhi, li valutano, vedono le condizioni di forma sia tecniche, sia psicologiche. E poi se si cambia troppo non c’è una formazione ideale, se non si cambia giocano sempre gli stessi. Io semplifico tutto dando fiducia al progetto e avendo pazienza”.

Con chi giocherebbe meglio questa Roma tra Liedholm, Giagnoni e Mazzone e lei?
“Mazzone ha fatto sempre giocare bene le sue squadre, le ha fatte sempre esprimere attraverso un gioco piacevole. Liedholm lo avuto tanto tempo fa da calciatore, ma per lui parlano i fatti, ha inventato Di Bartolomei difensore centrale. Io? Ho già tanto da pensare al Crotone che non posso pensare alla Roma. La seguo con piacere, ma già mi viene il mal di testa a pensare a chi schierare, ai miei schemi…”

Sui ricordi del periodo di Roma:
“Quando giocavo, c’era la Roma di Anzalone ed era una squadra che stava per essere costruita per vincere. Non era ancora una grande, c’erano molti giovani, insieme a me c’era Maggiora, Conti tornato dal Genoa, Di Bartolomei. Era una squadra in fase di costruzione. Come vice di Mazzone mi ricordo soprattutto il derdy del 3-0 e Roma-Slavia Praga, due grandi partite, anche se in Coppa Uefa siamo usciti, ma due partite giocate bene, un grande calcio, con un pubblico unico, che ti dà stimoli, uno stadio pieno, un ambiente fantastico. Giocare all’Olimpico è un onore, ma anche una grande responsbilità. Una tifoseria unica. Io sono rimasto molto legato alla Roma e spero che torni presto competitiva”.

Sui giovani giallorossi in prestito al Crotone: Florenzi (13 presenze e 2 gol), Pettinari (9 presenze e 2 gol) e Crescenzi:
“Pettianari ha giocato esterno alto. Purtroppo si è lussato la spalla ed è fuori adesso. Florenzi ha giocato per necessità terzino, ma io l’ho preso per il centrocampo; è un ragazzo tatticamente duttile e può giocare in tutti i ruoli, ma la cosa più importante è che si fa trovare sempre pronto. Come lo chiami lui c’è e questa è una gran bella dote. Sono dei ragazzi che passano dal settore giovanile ad un campionato professionistico importante come la serie B, stanno facendo passi da gigante, ma hanno bisogno di un altro anno di crescita per poter consolidarsi a certi livelli. Anche a Crescenzi un altro anno di esperienza fa bene. Lui ha notevoli mezzi e lo sta facendo vedere anche in Under ’21. Ha fatto il ritiro e se la società ha valutato che per lui era meglio il prestito è giusto così. Anche perchè poi c’è il rischio che uno non gioca, perde un anno e si intristisce in panchina, mentre a questa età devono giocare.”

 

 

Fonte: vox populi romani

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