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AS ROMA. Luis Enrique peggio di Carlos Bianchi

Luis Enrique

Il giorno dopo la sconfitta di Firenze escono i primi dubbi sull’affidabilità di Luis Enrique.La ferita del Franchi fa male nel cuore del tifo della Roma. E il 3-0 sul campo della Fiorentina ha colpito e affondato il ‘caudillò Luis Enrique, tanto da suscitare rimpianti nell’ambiente giallorosso per un allenatore cacciato a furor di popolo. L’ennesima sconfitta – la 7/a in 15 partite ufficiali, la 6/a su 13 gare di campionato – non ha però scalfito la fiducia della società nel giovane asturiano, ma ha evidenziato sempre più le difficoltà del tecnico, alle prese con la prima vera esperienza professionale di livello. Un conto è infatti confrontarsi coi ragazzini del Barcellona ‘B‘,senza peraltro l’assillo di dover centrare risultati vista l’impossibilità per regolamento di essere promossi, ben diverso è gestire uno spogliatoio di uomini e una pressione come quella trasmessa dalla piazza di Roma. Il tecnico ha poi ribadito di andare avanti per la sua strada: «Ma non sono qui per rimanere seduto, non mi piace lavorare per i soldi – ha spiegato Lucho dopo il ko di Firenze -. Se sentirò che i calciatori non mi seguono me ne andrò».Eventualità che la dirigenza, da Baldini a Sabatini, non prende nemmeno in considerazione. Per tutti lo spagnolo resta un «grande professionista, forte, di personalità», orgoglioso a tal punto da lasciare non tanto per i risultati o la pressione della piazza, ma per l’idea di non riuscire a trasmettere alla squadra le proprie convinzioni. Domani, comunque, alla ripresa degli allenamenti a Trigoria, ci sarà un confronto tra dirigenti, tecnico e giocatori per capire se il giocattolo si è rotto. Si fa il confronto con le prime 13 giornate del campionato 1996-1997 quando in panchina c’era Carlos Bianchi. Il mago ‘Galbuserà, soprannome coniato dalla tifoseria per il tecnico argentino, in 13 giornate aveva raccolto appena 20 punti, tre in più però dello scienziato ‘Zichichì(etichetta affibbiata allo spagnolo da una parte dello spogliatoio), che adesso dovrà affrontare nell’ordine la Juventus capolista, poi Napoli e Bologna in trasferta. Insomma, un calendario tutt’altro che in discesa. A complicare la situazione è poi l’utilizzo di Totti, messo in discussione tanti anni fa da Carlos Bianchi, e ‘normalizzatò ora da Luis Enrique. La panchina del numero 10 al Franchi non è piaciuta all’ambiente, e nemmeno al capitano. Il direttore generale Baldini, pur registrando il malumore del tifo romanista, non ha rinnegato l’appoggio al tecnico: «Non ci sono dubbi, continuiamo ad avere la nostra idea e a pensare di portare avanti un nuovo tipo di calcio. Dobbiamo tenere la barra diritta, finchè è possibile».I continui autogol di Luis, però, dalla doppia esclusione di Osvaldo e Borriello alle rivoluzioni di formazione passando per la gestione di Totti, non aiutano.

Fonte: Ansa

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