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IL ROMANISTA. Caprari: «Ma al derby ci sarò»

Primavera

(V.Meta) – Caprari non lascia. Anzi raddoppia. Oggi al Friuli, domani a Formello,

un piccolo giro d’Italia in meno di un paio di giorni, quanto basta per fargli respirare l’aria della prima squadra tre mesi dopo l’ultima apparizione con Luis Enrique e poi riportarlo in città in tempo per il derby Primavera, sfida d’alta classifica che in caso di vittoria proietterebbe la Roma a +4 sui biancocelesti. «Tranquilli, ci sarò anche domani» ha detto Caprari prima di salire sull’aereo che ha portato i giallorossi a Udine. D’altra parte, la presenza in campo del numero sette sposterebbe non poco gli equilibri di una gara mai come quest’anno equilibrata: un solo punto separa le due squadre che in Italia hanno fatto più punti di tutti, 26 la Roma – unica imbattuta nei tre gironi -, 25 la Lazio, che però ha il miglior attacco.

Gianluca, che l’ultima volta contro la squadra di Bollini ha segnato una doppietta in un Bernardini deserto, non ha alcuna intenzione di perdersela, a costo di rinunciare a qualche ora di sonno. Il ritorno fra i grandi è arrivato inaspettato, visto che dopo quei sessantotto minuti all’Olimpico contro lo Slovan in Europa League non è più stato aggregato alla prima squadra neppure in allenamento. Una retrocessione che certo non può avergli fatto piacere – nelle amichevoli estive era stato fra le note più positive -, ma che ha accettato con grande professionalità. Vicecapitano della Primavera, ha giocato tutte e tredici le partite disputate fin qui dalla squadra di De Rossi fra campionato e Coppa, con un bottino complessivo di otto reti. Le ultime due, insieme al gol di Leonardi, hanno deciso il ritorno degli ottavi contro il Parma, tanto per ribadire che l’interesse del Pescara di Zeman non può essere casuale.

Del resto, che sia di un’altra categoria rispetto alla Primavera l’ha ammesso anche Alberto De Rossi, il primo cui farebbe comodo trattenerlo: «È un passo più in là – ha detto il tecnico dopo la doppietta al Parma -. Se mi chiedesse un consiglio, gli direi di fare quello che desidera. Però non sono sicuro che voglia andare via». Diciotto anni compiuti a luglio, due scudetti consecutivi con Allievi e Primavera, l’esordio in Serie A con Montella nella scorsa stagione all’Olimpico contro il Milan e poi il ritiro a Riscone con Luis Enrique, Caprari sembrava destinato a restare in orbita prima squadra, quanto meno in allenamento. Invece l’abbondanza in attacco ha convinto la società a rimandarlo con De Rossi, finché la contemporanea quanto improvvisa assenza di Totti, Borriello e Borini lo ha riportato fra i convocati a tre mesi esatti da quella notte con lo Slovan. Stasera dovrebbe trovare posto in panchina, il resto si vedrà. Udine è città d’elezione per la Primavera: nel 2005, alla prima di Bruno Conti sulla panchina della Roma, erano in otto i ragazzi provenienti dalla Roma di De Rossi, poi campione d’Italia. Caprari allora non era nemmeno approdato a Trigoria. Oggi tornerà a infilarsi una maglia numero 47 che sembrava dimenticata. In attesa di tornare a castigare la Lazio.

 

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