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CORRIERE DELLO SPORT. Roma. l’Opa costa 10 milioni

Thomas DiBenedetto

(A.Ghiacci) DiBenedetto e Unicredit, il binomio va avanti. La Neep Roma Holding SpA, il duopolio Usa-Banca appunto, supera un’altra fase importante e da ieri risulta essere proprietaria di quasi l’ottanta per cento della Roma (78%).

Ciò significa che, la fase di Opa (offerta pubblica di acquisto) chiusa ieri, ha decretato che i piccoli azionisti detengono ancora il 22% delle quote del club giallorosso. La Neep aveva stanziato per l’Opa 30 milioni di euro:alla fine ne sono stati spesi poco meno di dieci. La differenza, attiva, su soldi già conteggiati, parla di una cifra molto vicina ai venti milioni di euro.

 

REAZIONI- Ma la Roma, o meglio il consorzio DiBenedetto-Unicredit, è felice della conclusione dell’Opa? Non proprio, perché è vero che erano stati messi in conto 30 milioni, ma si puntava a investirne non più di cinque e il risultato finale di spesa è stato pressoché il doppio. Che poi è un verdetto che si è raggiunto tra mercoledì e ieri, non prima. Fino a due giorni fa la spesa della Roma non sarebbe andata oltre ai due milioni di euro, poi però c’è stata l’accelerata conclusiva. Probabilmente in questo meccanismo ha giocato una parte importante l’andamento negativo del mercato finanziario italiano. La Roma come detto, non si aspettava di dover arrivare a una quota così alta: al valore di 0,678 per ogni azione l’Opa sarebbe dovuta andare deserta o giù di lì. Alla fine invece, proprio tra mercoledì e ieri, ha deciso di vendere un soggetto su tre.
FUTURO- Nessun dramma però ai piani alti di Trigoria. A questo punto il ragionamento fatto da quelle parti diventa un altro. In pratica: abbiamo comprato delle azioni a un prezzo molto basso e quelle stesse azioni, grazie al piano di rilancio aziendale, tra qualche tempo potrebbero valere molto di più. E ormai sono della Neep. In quest’ottica va considerato però che la Roma ha previsioni di bilancio non rosee anche per il prossimo anno e che la società, come tutte le altre al mondo, soffre per la crisi internazionale. Infine c’è un “tesoretto” di venti milioni di euro da poter investire nei prossimi piani di azione: comunque un buon punto di partenza in ogni caso. Sì, ma quali sono i prossimi piani di azione? Tanti e tutti non semplici: la prima ricapitalizzazione, il mercato per il rafforzamento della squadra, il rinnovo del contratto di De Rossi. In attesa di pensare allo stadio di proprietà, vero e proprio fulcro del piano aziendale.
IMPEGNI- La nuova Roma va avanti quindi. Presto la Neep (60% DiBenedetto e soci, 40% Unicredit) sarà impegnata nella prima ricapitalizzazione di 50 milioni di euro. Nel prossimo anno ne sono previste altre per un massimo di altri 50 milioni, il tutto per un totale di 100. Poi c’è il mercato, perché la consapevolezza è che prima arrivano i risultati sportivi e prima arriverà anche il rilancio del marchio. La Roma in tal senso è pronta a dare un’accelerata già dal prossimo mese di gennaio, dove i soldi utilizzati saranno anche quelli provenienti dalle probabili cessioni. Pronti acquisti in tutti i reparti: due esterni difensivi (uno per fascia), un centrocampista con determinate caratteristiche e, in caso di cessione di Borriello, una seconda punta. E poi c’è il rinnovo contrattuale di De Rossi, «una priorità» per dirla con Baldini. La firma per un futuro insieme è ormai vicinissima. Al club giallorosso, tenere il mediano, non costerà pochissimo: qualcosa in più di 5 milioni di euro a stagione più bonus per quattro anni, fino al 2016; la cifra lorda non è proprio irrisoria.
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