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MIGLIORE E PEGGIORE. Spaesati Heinze e Stekelenburg, mai più Perrotta terzino. Benino Gago e il frizzante Borini

Ecco la nuova rubrica, post gara, offerta dalla redazione di GazzettaGiallorossa.it : “IL MIGLIORE E IL PEGGIORE”, il commento tecnico del nostro Nicolò Ballarin, che direttamente nel dopo partita a caldo, integrerà le pagelle e analizzerà a modo suo( del tutto fuori dagli schemi , ma comprensibile ) le gare in casa e trasferta dell’ As Roma.

Affonda la Roma contro il Genoa al Marassi. Una sconfitta pesante, rabbiosa, carica di amarezza per quello fatto vedere nei novanta minuti di gioco. Pronti via, sembra la serata giusta, ma come si sa, nel calcio nulla è scontato e, quando meno te lo aspetti,  i giallorossi vengono beffati, per ben due volte,  più che dal destino da due grossolane sviste, prima di Heinze e poi in chiusura di gara dal portierone olandese Stekelnburg. Non digerisce la sconfitta  nemmeno il mister Luis Enrique, che ai microfoni nel dopo gara sottolinea comunque i passi in avanti registrati contro il Genoa: “La partita per me è stata bellissima, il risultato è ingiusto al 100%, tutti vogliono il risultato, per noi arriverà con questa squadra, non ho dubbi”. Non è sicuramente esente da colpe l’asturiano: la sua Roma non ha un’identità e si sforza di trovare, dati anche i continui cambiamenti nell’undici titolare, un ossatura solida di protagonisti. 

IL MIGLIORE: 

E’ faticoso dopo una sconfitta cosi assurda dover assegnare la palma del migliore a qualcuno. Che la Roma non fosse ancora una grande squadra nessuno lo aveva mai tenuto nascosto, ma perdere in questo modo, con un comportamento cosi provinciale, non è certo quello che ci si aspettava dal nuovo progetto targato Luis Enrique. Difficile dire chi si salva da questa ennesima sbandata di stagione: poche le idee e pochi gli aggettivi positivi per gli uomini scesi in campo al Luigi Ferraris. Ed ecco che cosi, in una gara brutta e poco creativa per i giallorossi, gli unici che tornano a casa con qualche applauso sono Gago e Borini. Per l’argentino vale il discorso fatto nelle ultime apparizioni, geometra impeccabile di un centrocampo che deve ancora trovare i giusti movimenti, per l’ex Chelsea il giudizio positivo, oltre che per la rete, va fatto per i tanti chilometri percorsi sulla fascia destra e soprattutto per la tenacia che dimostra quando scende sul rettangolo verde. Andrebbe premiato anche Marco Borriello, ancora una volta pronto ed utile quando chiamato in causa, ma a quanto pare il numero 22 è considerato solo quando si deve scegliere chi va ad occupare i posti  in panchina.

IL PEGGIORE:

Meriterebbe un voto negativo tutta la squadra. Si litigano, però, lo scettro del peggiore in campo Perrotta, Heinze e forse il folletto della Catalogna Bojan Krkic. Tre situazioni differenti che però hanno portato al naufragio di quella che, invece di essere un’ammiraglia, si è dimostrata una barchetta a remi. Capitolo Perrotta: il merdiano, terzino all’occorrenza, si danna l’anima ma non rende come dovrebbe. Corsa, corsa e ancora corsa, manca però di senso di posizione e soprattutto di conoscenze difensive. La colpa non è tutta sua, ma forse di chi lo schiera in un fascia solcata una volta da Cafu e Panucci. Totalmente sconclusionato.

Heinze: Un errore cosi da uno come lui non te l’aspetti mai. Con quella palla persa regala al Genoa un occasione ghiotta che Palacio e Jankovic non sprecano. Disattento come poche altre volte era capitato di vederlo, non mostra sicurezza ad un reparto che ha bisogno, più che mai, del suo carisma e della sua esperienza. Luna storta al Marassi per l’argentino.

Ultima nota di demerito, dello sfortunato turno infrasettimanale, va all’olandese “volante” Stekelenburg. Maarten, questa volta, si deve assumere tutte le sue responsabilità in occasione del secondo gol dei rosso-blu: si fa trovare del tutto distratto e poco reattivo sul gol di Kucka, ma soprattutto ha dimostrato, come anche un portierone del suo calibro, possa sbagliare e non uscire su una palla non pericolosa nell’aria piccola. Da rivedere, o perlomeno da vedere qualcosa in più rispetto a quello fatto finora dall’ex Ajax.

A cura di Nicolo’ Ballarin

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