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IL ROMANISTA. Una notte in fila solo per amore

Tifosi Roma

(F.Paniccia) – Sono le 23 di domenica. Una domenica come tante qualcuno direbbe, ma a Roma non è una domenica qualunque. È la notte che porta alla vendita libera dei biglietti per la stracittadina.

E già verso le 23 dalle parti dei Roma Store di Piazza Colonna e Via Appia si iniziano a intravedere le prime facce di chi, pur di assicurarsi il tagliando per la partita dell’anno, è pronto ad affrontare la “nottata”, nonostante un freddo cane. Prima della vendita libera, i biglietti erano 8.000. Ma erano stati acquistati dai tesserati. Da chi quindi aveva il diritto di prelazione grazie (o per colpa) della Tessera del Tifoso. Ore 10 di ieri. Aprono i botteghini ed è subito ressa. Inun’ora e mezza la Sud va esaurita, poco dopo anche i Distinti Sudfanno la stessa felice fine, 12 mila tagliandi venduti. L’As Roma comunica il sold out. Ma chi tifa Roma ha sempre ragione, e chi ha affrontato la notte battendo i denti, ora è sicuro di avere il biglietto, tra chiacchiere, coperte per ripararsi dal freddo, cori e tanta voglia di essere della partita. Verrebbe da dire “voglia di stringersi un’- po”… Sarà una bolgia. Ed è stata una bolgia anche ieri mattina, un bolgia molto civile. Le file chilometriche vengono smaltite senza alcun intoppo. Lasciando tutti contenti.

I Roma Store hanno adottato misure diverse per gestire i tagliandi, ma con lo stesso risultato. Il tutto esaurito per i settori interessati alla Roma. A Piazza Colonna viene consegnato un foglio che serve per creare un ordine di fila, a Via Appia vengono distribuiti i classici numeretti. C’è un’aria elettrica in giro. La si respira dovunque e hanno tutti voglia di Roma. Le considerazioni del caso si faranno dopo, che si vinca o che si perda, se il rigore c’era oppure no, se il laser ha influito sul gol (ma non c’è più Muslera) ma il tifo romanista, quello non si discute, ci sarà punto e basta e sarà magico. Come lo è la Roma. È la partita che può consacrare definitivamente il nuovo corso e spedire Luis Enrique nell’Olimpo degli dei romani. Perché questa è la sua Roma, è la Roma di DiBenedetto, degli undici volti nuovi. È la nuova Roma. E i romanisti hanno capito che qui è in atto una rivoluzione, calcistica e sociale. E vogliono la vittoria. Vogliono affondare definitivamente i laziali in una crisi profondissima, in un incubo, in un esaurimento nervoso senza fine dal quale neanche il lettino di Freud potrebbe risollevarli. Mancano cinque giorni ma c’è chi non ce la fa davvero più ad aspettare, come Danilo: «Me li sto a sogna’ la notte i laziesi» o come Giovanni che ci dice: «Sono qui dalle 3 di stamattina e non sono mai stato così contento, appartengo ad un’altra generazione ma mi sono innamorato di nuovo».

Perché la Roma è anche questo, è passione allo stato puro, è qualcosa che hai dentro e che non va più via. «È bello ogni tanto fare queste cose, per qualcosa che si ama come la Roma». Perché anche questo è il sale del calcio, quello che rende questo sport la linfa vitale di molte persone. E non è un caso che Bojan a pochi giorni dal derby dica: «Meglio del Clasico». Perché a Roma il calcio è tutto, o quasi. Perché è rimasto impressionato dalla curva Sud al suo primo gol in maglia giallorossa, e spera di ripetersi, perché segnare un gol al derby è come vivere un sogno. Un sogno che vogliono vivere tutti i tifosi giallorossi, domenica sera. Tutti insieme. «Si pentiranno di giocarlo questo derby»assicura Stefano confidando nel fatto che la Roma agli appuntamenti importanti risponde sempre presente, soprattutto contro i cugini, che da due anni a questa parte hanno collezionato una serie di figuracce difficili da cancellare. È come se la Lazio vivesse il derby come una sorta di complesso di inferiorità, tecnica e individuale, ricordarsi le figuracce di Ledesma e Radu nell’ultimo derby. Molto probabilmente non sarà il derby di Francesco Totti, ma non si fanno drammi. «Francesco è unico, lo sappiamo tutti, ma fortunatamente adesso abbiamo i ricambi e se non dovesse giocare, chi giocherà al suo posto farà bene, sono fiducioso» dice Carlo.

Ma l’ultimo derby è stato il suo e farà di tutto per esserci. Da chi potrebbe non essere della partita, a un altro che invece scalpita e non sta più nella pelle, Erik Lamela, e a proposito Matteo dice: «Figuramose, se ’ste cinque partite le avesse giocate Lamela, saremmo stati primi. Voglio vederlo giocare e il derby potrebbe essere il palcoscenico perfetto per inserirsi». Lui, Erik, potrebbe davvero essere l’asso nella manica di Lucho, perché Sabatini difficilmente ha sbagliato acquisti nella sua carriera, basti pensare a Pastore che ha fruttato alle casse del Palermo 43 milioni, e se ha preso Lamela un motivo ci sarà. Altri però mettono le mani avanti su questa partita, che molti la vedono insidiosa: «Questi si saranno stufati di perdere, metteranno in campo sicuramente qualcosa di più, ma non li temiamo», dice Antonella. «Noi siamo un cantiere di giovani e qualità , ma loro sono rocciosi e hanno Klose e Cissè in più», continua uno scaramantico Andrea. Ma Klose risente ancora di qualche problema fisico al ginocchio e ha saltato il suo impegno con la nazionale, contro la Turchia… «Vediamo se quest’anno riusciranno a giocare un derby in modo dignitoso perché a ripensare a come si sono comportati l’anno scorso mi viene il voltastomaco», commenta Luigi. Fatto sta che mancano cinque giorni. Solo cinque giorni e poi tutte le chiacchiere varranno zero. Perché si giocherà il derby numero 165 della storia e tutto il mondo sarà collegato. Mancano ancora cinque giorni ma molti hanno già la pelle d’oca. E mica per il freddo.

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