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GAZZETTA DELLO SPORT Roma, non resta che Ljajic per invertire la rotta

Ljajic
Ljajic

(M. Cecchini) L’ultima volta forse, paradossalmente, potrebbe essere ancora più importante della prima. Quasi un anno e mezzo fa Adem Ljajic indossò per la prima volta la maglia giallorossa proprio contro il Verona. Seconda giornata di campionato: si giocava all’Olimpico – uno stadio che all’epoca sembrava un forziere di punti, non di malinconie – e non sorprese che nel 3-0 finale anche il neo acquisto serbo potesse imporre il suo sigillo. Dopo un girone d’andata in cui probabilmente l’attaccante si ritrovò ad essere meno protagonista di quanto sperasse, nella partita di ritorno ancora una volta ferì i gialloblù alla sua maniera, di classe e precisione, consentendo alla Roma di sbancare il Bentegodi (1-3). Insomma, due gol in due partite. Una stagione più tardi la squadra di Rudi Garcia si trova dinanzi ad un bivio imprevedibile: arrendersi già ad una posizione ancillare rispetto alla Juve oppure continuare a sperare nella rimonta. Per provare a prendere la direzione giusta, proprio contro il talismano Verona, l’allenatore francese si riaffida a Ljajic, sperando in un altro pomeriggio di gloria.

BANDA BASSOTTI – Gli undici mesi trascorsi dall’ultima sfida in trasferta contro gli uomini di Mandorlini per l’attaccante serbo non sono trascorsi invano. In una Roma che sembra fare una fatica terribile a trovare la strada del gol, Ljajic è diventato il capocannoniere del gruppo con 8 reti. Per certi versi, oggi lo aspetta la prova del nove, soprattutto se il dolore al costato – quello che gli ha impedito di scendere in campo giovedì contro il Feyenoord dopo aver giocato per 14 partite consecutive – lo avrà abbandonato del tutto. Tra l’altro, non è escluso che Garcia decida di puntare sul tridente «leggero», cioè quello che nella trasferta di Genova ha dato ai giallorossi la migliore prestazione degli ultimi tempi.

Se così fosse, Totti e Doumbia – in attesa di trovare la forma migliore – potrebbero partire dalla panchina, lasciando spazio ad una trimurti composta da LjajicGervinho e uno tra Verde e Florenzi, a meno che quest’ultimo non venga di nuovo impiegato da terzino destro, ruolo che domenica scorsa contro il Parma ha ricoperto proficuamente. L’impressione è che qualcosa Garcia voglia cambiare. Intanto lo ha fatto con la seduta di rifinitura, piazzata per la prima volta di pomeriggio in una partita da giocare in trasferta. Per il resto, tutti a Trigoria sono convinti che le difficoltà dipendano solo da due cose: la poca brillantezza fisica e la negatività psicologica. Oggi Verona sarà un banco di prova per entrambe le malattie. Tocca all’ex giocatore della Fiorentina provare ad esserne la cura, ma se non ce la facesse, difficile che basterà lo sbarco del presidente Pallotta – atteso giovedì a Rotterdam – per restituire il sorriso a chi forse all’inizio aveva sognato troppo.

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